Un anno da dimenticare per il turismo, tornato ai livelli del 1969: svanite oltre 240 milioni di presenze


L’emergenza sanitaria, le misure restrittive che hanno costretto gli italiani a rimanere in casa e la quasi totale assenza di turisti stranieri sono costati al turismo una perdita di oltre 240 milioni di presenze e un calo di oltre 50 miliardi di euro di consumi. 


Il 2020 è stato senza ombra di dubbio un anno da dimenticare, e oggi per il turismo si chiude uno dei periodi più difficili degli ultimi anni. La pandemia da Coronavirus ha costretto gli italiani a rimanere a casa, a non potersi spostare, se non per ragioni di necessità, impedendo altresì di poter viaggiare, scoprire il mondo e le bellezze del nostro paese.

Siamo stati costretti a rimanere dentro le nostre case, a rivoluzionare le nostre abitudini, e osservare dalla finestra la natura che sembra volerci ricordare che lei c’è e che continua a splendere. Tante attività sono state costrette a rimanere ferme, altre addirittura a chiudere, e il turismo, uno dei comparti più colpiti e in difficoltà, è quello che ha subito le maggiori e drastiche conseguenze negative a causa della pandemia.

Oltre 240 milioni di presenze turistiche perdute. È il dato che emerge dalle stime del comparto turistico elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti. Un dato drammatico (anche se prevedibile considerate le misure restrittive dal mese di marzo 2020 ad oggi), che rileva un calo del 55% rispetto allo scorso anno e che riporta il mercato del turismo a livelli di più di 50 anni fa, precisamente al 1969.

Un dato che non costa solo al comparto turistico, ma anche ad attività come negozi e pubblici esercizi, che hanno risentito di un calo di 50 miliardi di euro di consumi per l’assenza di viaggiatori, italiani e non solo.

Nel dettaglio, l’emergenza sanitaria ha costato per il comparto turistico una perdita di 83,6 milioni di pernottamenti turistici italiani, 157,1 milioni di turisti stranieri. Per gli arrivi si stima invece una perdita di 50,2 milioni, in calo del 61,8% sul 2019. Il dato più basso si registra per la quasi totale assenza di turisti stranieri che hanno trascorso in Italia circa 63,5 milioni di notti con un calo del 71,2% rispetto al 2019.  Dati meno strazianti, ma pur sempre negativi, per quanto riguarda i turisti connazionali, che quest’estate hanno preferito viaggiare in mete di prossimità all’insegna del turismo lento e a contatto con la natura. I pernottamenti di questi ultimi si attestano a 132,5 milioni con un calo del 38,7% sul 2019.

Il calo delle presenze è costato anche per l’intera economica nazionale. La crisi del comparto turistico ha determinato un impatto anche in termini di spesa, con 50,1 miliardi di euro di consumi turistici perduti; in particolare, 32,9 miliardi di euro di consumi turistici degli stranieri (-65,7% sul 2019) e oltre 17,1 miliardi di euro di consumi turistici dei connazionali (-38,7% sul 2019).

E non mancano perdite relative alle festività di Natale e Capodanno. Il lockdown generalizzato stabilito dall’ultimo dpcm per i giorni delle festività fino al 6 gennaio 2021 costerà al comparto turistico italiano una perdita di 3,5 milioni di turisti italiani e stranieri e 1,2 miliardi di euro di spesa in beni e servizi che si sarebbero generati coi soggiorni nelle diverse località italiane.

È una crisi senza precedenti per il settore

È quanto ha dichiarato il presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina, sulla base degli ultimi dati che stimano il calo senza precedenti per il comparto turistico italiano a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus e delle relative misure restrittive imposte. Dati che, secondo il presidente, necessitano un piano per la ripartenza, con il proseguimento dei sostegni a fondo perduto e investimenti per il sostegno delle imprese che operano nel settore turistico.

 

Il 2021 sarà l’anno del turismo di precisione
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