Vacanze 2021: voglia di partire, ma ancora niente programmi


Gli italiani hanno voglia di partire, ma ancora non fanno programmi per le vacanze. 1 su 4 si concederà uno “short break” entro febbraio, ma di vacanze vere e proprie se ne parlerà a luglio. Le previsioni di Confturismo-Confcommercio sulle vacanze 2021.


È già tempo di pensare alle vacanze? Stando a un sondaggio SWG per Confturismo-Confcommercio, sì. Il sondaggio cerca di tratteggiare un quadro del mercato turistico italiano dei prossimi mesi. E i risultati lasciano sperare a una timida ripresa del settore.

Le incertezze sull’attuale situazione sanitaria non bastano a scoraggiare gli italiani: tanta è la voglia di mettersi in viaggio e di staccare la spina. Un italiano su quattro prevede di concedersi una breve pausa di tre giorni già nel mese di febbraio. Un desiderio che però non avrebbe ripercussioni positive sul comparto del turismo, se pensiamo che la stragrande maggioranza degli intervistati dichiara di aver scelto, per il proprio soggiorno, non alberghi e b&b ma seconde case di proprietà o di amici. Solo il 28% di loro, poi, ha già stabilito la meta del viaggio o effettuato una prenotazione. Insomma, per la maggior parte degli italiani la partenza per un viaggio sembra ancora più un sogno che un programma vero e proprio.

Eppure dei segnali di ripresa ci sono. A confermarlo è l’indice calcolato mensilmente da SWG per conto di Confturismo, che registra la fiducia dei viaggiatori italiani: dopo il record negativo di novembre, l’indice ha recuperato 9 punti attestandosi a 48, su una scala da 0 a 100.

Al di là delle dubbiose programmazioni di ferie nel breve termine, lo scenario più positivo riguarda le vacanze estive. Metà degli intervistati si coccolerà con una vacanza di oltre sette giorni tra luglio e settembre, mentre una minoranza del 28% andrà via per un periodo più breve, di 3/7 giorni tra giugno e luglio. Alla base di tutti i programmi ottimistici c’è la fiducia nei vaccini, che potrebbero contenere le ondate di contagi e tenere sotto controllo l’epidemia di Covid-19.

Dove andranno gli italiani nell’estate 2021?

Estate e mare sono ancora un binomio inscindibile per gli italiani. Le località marittime sono le più ambite per le vacanze di maggiore durata. Per le ferie brevi le città d’arte, le più colpite dalla crisi, tornano finalmente a competere con la montagna: il 17% degli intervistati intende concedersi una vacanza culturale, soprattutto in Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna.

In pochi si azzardano a ipotizzare un viaggio all’estero, in calendario per 1 italiano su 4 ma da primavera in poi e quasi esclusivamente in Europa, con la Grecia ancora una volta in testa tra le mete balneari più amate nel nostro Paese. Solo il 6% degli intervistati pensa a programmare viaggi in destinazioni di medio-lungo raggio, come il Mar Rosso, gli Stati Uniti e tutta l’area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo.

Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio, non si lascia abbagliare dai timidi accenni di ripresa: “Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andatiall’estero.” Questo l’amaro bilancio tracciato dal presidente di Confturismo-Confcommercio, che lancia l’allarme per un settore che, con i suoi 190 miliardi di valore della produzione, gioca un ruolo strategico per l’economia nazionale: Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni. Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund” continua il presidente Patanè. “Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. È ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze”.

 

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