Piemonte, dai depositi museali torna alla luce il patrimonio nascosto

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Con il progetto Sleeping Beauty la Direzione regionale Musei apre i depositi e valorizza opere inedite con un programma di conservazione 


Nei depositi dei nostri musei si celano collezioni straordinarie: oggetti di raffinata bellezza, pregiati elementi decorativi, dipinti di notevole fattura, fotografie d’epoca e ricordi di viaggio che restano lontani dagli occhi del pubblico, non solo per i limiti dettati dagli spazi espositivi, ma anche per questioni di pertinenza con gli allestimenti oggi in situ. A questa parte del patrimonio è dedicato un programma di conservazione e valorizzazione nell’ambito del progetto Sleeping Beauty, definito dalla Direzione regionale Musei Piemonte e finanziato dalla Direzione Generale Musei del MiBACT.

Dopo una prima edizione che ha riguardato fotografie storiche del Castello di Agliè e del Castello di Racconigi, l’assegnazione di 40.000 euro ha permesso di elaborare un articolato piano di interventi che coinvolge opere custodite nei depositi di Palazzo Carignano, Villa della Regina, Castello di Agliè e Castello di Racconigi. Si tratta di oltre 180 pezzi, a cui si aggiungono album di fotografie che riuniscono quasi 700 immagini. Le opere compongono un corpus particolarmente interessante e significativo, eterogeneo per materiali, tecniche esecutive, datazione e ambito di provenienza geografica.

Gli interventi conservativi sono stati elaborati ed eseguiti sotto la direzione dello staff del Laboratorio di restauro di Palazzo Carignano, e sono ormai giunti a conclusione. Attualmente, le attività per far conoscere l’unicità e la bellezza di queste opere sono in fase di studio, non essendo state incluse sinora nei consueti percorsi di visita. Compatibilmente con l’evolversi del quadro epidemiologico, nelle sedi museali sono previsti incontri, mostre, visite tematiche, occasioni di approfondimento e al contempo conferenze in streaming. Gli interventi conservativi e le attività in preparazione aprono, dunque, un percorso di conoscenza che intende condurre il pubblico nel cuore del patrimonio.

Nell’ambito dell’iniziativa, a Palazzo Carignano sono state sottoposte a restauro due porzioni di boiserie: una, dipinta da Giovanni Battista Crosato, raffigura Apollo e Clizia tratti dal IV libro dalle Metamorfosi di Ovidio, l’altra presenta putti che giocano realizzati a monocromo da autore ignoto. Entrambi i pannelli decoravano le sale del piano nobile dell’Appartamento di Mezzogiorno dei Principi di Carignano, e furono donati dal re di Sardegna Carlo Emanuele III come dote per le nozze, celebrate nel 1740, tra il principe di Carignano Luigi Vittorio e Cristina Enrichetta d’Assia-Rheinfels-Rotenburg.

Putti che giocano

A Villa Regina protagonista del restauro è stata una tela di grande formato, databile all’ultimo quarto del XVII secolo, attribuita a Giovanni Battista Brambilla, allievo di Charles Dauphin. Il soggetto è quello delle Quattro Stagioni, rappresentate attraverso figure allegoriche, distinte da simboli come i fiori per la primavera, le spighe per l’estate, i rami secchi per l’inverno e i racemi d’uva per l’autunno. Su di essi si erge la personificazione del tempo, un personaggio maschile barbuto e alato che impugna una falce. Il dipinto è documentato nel 1845 al centro del soffitto di una sala del secondo piano di Villa della Regina, ma ne resta ignota la collocazione originaria.

Il restauro al Castello di Agliè si è focalizzato sui papiers peints, splendide tappezzerie in carta risalenti agli anni in cui soggiornarono nella residenza Carlo Felice e la consorte Maria Cristina di Borbone-Napoli. Nei depositi si conservano numerosi rotoli di pannelli e bordure della stessa epoca, accanto ad alcuni di datazione più tarda, per un totale complessivo di 1.860 metri lineari di materiale che offre ben 177 moduli decorativi differenti. Nell’ambito dell’iniziativa è stato possibile svolgere la manutenzione conservativa e il condizionamento delle carte dipinte, nonché prevederne migliori condizioni di conservazione e la realizzazione di una schedatura tecnica.

Papiers peints castello di Agliè

Due nuclei di opere sono stati individuati al Castello di Racconigi. Un intervento si è concentrato su armi e manufatti etnografici dell’Armeria, un ambiente di deposito al piano terreno dell’ala di levante che custodisce circa 450 pezzi legati ai viaggi e alle visite diplomatiche degli ultimi due re d’Italia, Vittorio Emanuele III e Umberto II. Sono stati restaurati un’armatura di manifattura ottomana e cinque armi, una di ambito europeo, precisamente svedese, e quattro di matrice extra-europea, africana e turco-ottomana, aggiungendo così un ulteriore tassello a un più ampio programma per il riordino della raccolta.

Un secondo intervento si è mosso invece sul fronte del vastissimo fondo di fotografie storiche presente nel Castello. Le operazioni di condizionamento e manutenzione conservativa hanno riguardato dieci album, per un insieme di 696 fotografie relative ai soggiorni che Umberto II trascorse in Nord Europa, Africa e Sudamerica tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Quello per la fotografia fu un interesse particolarmente sentito in famiglia e coltivato soprattutto dalla madre, la regina Elena, appassionata fotografa che usava stampare personalmente i propri scatti, tanto da aver fatto allestire un apposito gabinetto per lo sviluppo delle riprese al secondo piano ammezzato del Castello.

Il 4 ottobre aprono al pubblico le dimore storiche di Piemonte e Valle d’Aosta

Fonte: Direzione regionale Musei Piemonte

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