Con l’arrivo della bella stagione, nel territorio ticinese si può coniugare il trekking con la visita a mete meno conosciute. Ponti di pietra, di legno e antichi. Soprattutto, panoramici.
I ponti non possiedono solo un valore ingegneristico e un significato simbolico di unione. Alcuni, panoramici e immersi nella natura, sono in grado di integrarsi all’attività all’aria aperta. In vista della primavera imminente, ecco cinque ponti da visitare in Canton Ticino.
Ponte di Puntid
Nel mezzo della natura, in Val Calnègia, giace il ponte romano Puntid.
La valle si apre a monte della località di Foroglio. Superata via sentiero una ripida cascata, il percorso si sviluppa per 3 chilometri, con soli 200 metri di dislivello. Sovrastata da cime e pareti di ghiaccio che la mantengono in ombra in inverno, la strada attraversa tre maggenghi.
Il primo, Puntid, appena oltre la gola che precede il salto del fiume, dà nome al suddetto ponticello. Presso il secondo, Gerra, che deve il toponimo all’ampia pianura alluvionale, dominano macigni ciclopici. Sotto i quali, l’uomo ha scavato abitazioni trogloditiche (splüi) o cercato il fresco in cui conservare i prodotti del proprio lavoro in attesa del trasporto a valle. Infine a Calnègia vi sono numerose cantine, scavate sotto blocchi che non affiorano quasi mai dal terreno.
Nei dintorni: Foroglio, le torbe della Vallenaggia, nuclei della Val Bavona.
Ponte di Petronilla
Un altro ponte romano si trova invece nascosto sopra Biasca. Dalla locale chiesa romanica, attraverso un’immensa selva castanile, si giunge al ponte Petronilla. Sotto la Cima di Biasca, più precisamente sull’Alpe di Lago, nasce il Ri della Froda, riale che scorre attraverso un passaggio tra le rocce che l’acqua ha lentamente scavato nel corso dei secoli. Si formano così le cascate di Santa Petronilla, le cui acque si tuffano tra le pareti rocciose sopra Biasca per poi scomparire dietro la stazione ferroviaria.
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Dall’alto Biasca, oltre alle cascate, si può osservare un vasto panorama. Val di Blenio, Valle Leventina e Valle Riviera. Le cascate sono raggiungibili con una passeggiata a piedi di circa trenta minuti, partendo dalla Piazza Centrale di Biasca, passando accanto alla Casa Cavalier Pellanda e salendo poi verso la Chiesa di San Pietro e Paolo. Camminando lungo il sentiero della Via Crucis con le sue 14 cappelle, all’ombra dei castagni, si giunge al ponte romanico, da cui si possono ammirare le cascate. L’attraversamento del ponte porta infine all’Oratorio di Santa Petronilla.
Nei dintorni: Laghetto di Astano, Ponte dei salti (Lavertezzo), Isole di Brissago (Giardino botanico).
Ponte di Erbonne-Scudellate
Sino a pochi decenni fa, in Valle di Muggio l’uso agricolo del territorio perseguiva l’autosostentamento in presenza di scarse risorse. L’acqua piovana veniva immagazzinata nelle cisterne, mentre la scarsità di terreni adatti alla campicoltura ha determinato il terrazzamento dei pendii in prossimità dei villaggi. In questo contesto si trova il particolare ponte di Erbonne – Scudellate.
Le tracce di sostenibilità vissuta sono oggi in parte ancora ben visibili. L’eccezionale stato di conservazione di questo reperto dell’edilizia rurale ha contribuito alla nascita nel 1980 del Museo Etnografico della Valle di Muggio (MEVM) che si è dedicato da subito agli inventari e alla raccolta di documentazione del patrimonio etnografico e delle testimonianze orali. Parte di questo sapere è stato così reso accessibile al pubblico sotto forma di itinerari tematici e carta escursionistica.
Ne fanno parte il mulino ad acqua di Bruzella (1983-96), cinque nevère (antichi edifici usati per la conservazione al fresco del latte prima della sua lavorazione, 1997-2012), due roccoli (1997-1999), una cisterna e altri elementi del paesaggio culturale tradizionale. Dal 2007 il MEVM si dedica anche al restauro di muri a secco, ad esempio lungo il sentiero tra Scudellate ed Erbonne.
Ponte-diga di Melide
Costruito su una morena, il ponte-diga inizialmente collegava le due sponde del Lago di Lugano. La struttura è ben visibile dal Monte San Salvatore.
Dalla vetta del Monte, in prossimità del piccolo museo, si dirama un sentiero che attraversa il bosco sul versante nord verso Pazzallo e Paradiso. Diversi punti panoramici, alcuni dotati di tavola sinottica esplicativa, si affacciano su Lugano, sul ramo del Ceresio che va verso Porlezza, sulla Sighignola, sul Monte Generoso e su Campione d’Italia. All’altezza dalla stazione intermedia di Pazzallo il sentiero esce dal bosco e segue, lungo una scalinata di 300 m, il percorso della funicolare. Avanza poi all’ombra dei castagni per altri 20 minuti fino ad arrivare in prossimità della strada cantonale, in zona stazione FFS a Paradiso.
Da vedere anche: Museo di Speleologia San Salvatore, Funicolare Monte San Salvatore, Museo San Salvatore.
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Ponte della Merla
Nascosto poco dopo Brontallo, sotto Menzonio, si trova il ponte della Merla. Il fiume Maggia scorre veloce tra le rocce sottostanti e la vegetazione.
Primo villaggio della Val Lavizzara, Brontallo è posto su un terrazzo roccioso; le case quasi aggrappate sul pendio sono disposte a gradini. Le stalle e i fienili sono invece tutte raggruppate da una parte, verso il vallone a ovest, formando un caratteristico complesso architettonico. La chiesa secentesca chiude a nord l’abitato. Per raggiungere il versante opposto della valle, in fondo alla gola, si deve attraversare proprio il ponte.
Le strutture agrituristiche di Brontallo, quali Scinghiöra e Curt du Munt (1150 metri slm), si integrano nel contesto culturale e paesaggistico. Le attività a contatto con la natura fanno della località meta per un soggiorni tranquilli all’insegna delle tradizioni.
Fonte e immagine in evidenza: Canton Ticino.
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