Il Palazzo del Buonconsiglio ospita la mostra “Fede Galizia. Mirabile pittoressa”


Dal 3 luglio al 24 ottobre 2021, al Castello del Buonconsiglio di Trento parte la prima mostra monografica dedicata alla pittrice Fede Galizia.


Non sono molte le pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte, ma tra Cinque e Seicento alcune raggiunsero fama e successo. Accanto a Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi, spicca anche Fede Galizia, pittrice di origine trentina. L’artista sarà celebrata al Castello del Buonconsiglio a Trento, dal 3 luglio al 25 ottobre 2021, con la prima mostra monografica a lei dedicata. L’allestimento è di Alice De Bortoli, formatasi accanto a Margherita Palli. La scenografia è di Luca Ronconi, e le luci sono di Pasquale Mari, uno dei più celebri direttori della fotografia del cinema italiano di oggi.

La direttrice del Castello del Buonconsiglio Laura Dal Prà ha parlato di un omaggio a una figura femminile che non è stata musa ispiratrice di grandi uomini, ma protagonista della scena artistica dell’epoca

La vita

Documentata a Milano almeno dal 1587, Fede Galizia vive prevalentemente nella città lombarda e muore, s’ignora dove, dopo il 21 giugno 1630. Il trasferimento – da Trento a Milano – della famiglia Galizia, di origini cremonesi, deve essere avvenuto sulla scorta del poliedrico padre Nunzio, artista pure lui, impegnato nel mondo della miniatura, dei costumi, degli accessori, ma anche in quello della cartografia. Fede – un nome programmatico per l’Europa della Controriforma – ottiene un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che le sue opere raggiungono, prima del 1593, tramite la mediazione di Giuseppe Arcimboldi, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.  

Gli studi novecenteschi, soprattutto italiani ma non solo, hanno dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature morte, alle origini di questo fortunato genere. Sembra giunto il momento di ripensare nel suo complesso il profilo dell’artista, che realizzò soprattutto ritratti ma anche pale d’altare, destinati a sedi tutt’altro che locali (si pensi a Montecarlo e Napoli, per esempio). A tutt’oggi non esiste un repertorio completo delle numerose testimonianze letterarie che celebrano, in versi e in prosa, le doti di Fede Galizia, da intrecciare con un completo regesto documentario, che sarà approntato da Giovanni Renzi per l’occasione.

La mostra

La mostra – curata da Giovanni Agosti, Luciana Giacomelli e Jacopo Stoppa – aspira a rispondere, tramite la presentazione delle opere dell’artista e adeguati confronti, alle domande: perché Fede Galizia piaceva tanto? Quali sono le ragioni del suo successo nell’epoca in cui visse? Quanto ha pesato, in questo, il suo essere donna? Come cambia l’apprezzamento di un’opera d’arte tra il lungo crepuscolo del Rinascimento e il mondo di oggi?

In mostra, un’ottantina di opere tra dipinti, disegni, incisioni, medaglie e libri antichi. Oltre a opere di Fede Galizia, Plautilla Nelli, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Barbara Longhi, ci saranno lavori di Giuseppe Arcimboldi, Bartholomeus Spranger, Giovanni Ambrogio Figino, Jan Brueghel e Daniele Crespi. Le opere provengono dai più importanti musei italiani, come la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco di Milano, gli Uffizi di Firenze, l’Accademia Carrara di Bergamo, il Palazzo Rosso di Genova, la Fondazione Cini di Venezia, la Galleria Borghese di Roma. Oltre a questi, saranno presenti alcuni prestiti internazionali: dal Muzeum Narodowe di Varsavia, dal Ringling Museum of Art di Sarasota, dal Palacio Real de la Granja di San Ildefonso, e da alcune raccolte private.

Frida Kahlo- Il Caos dentro Fonte: Palazzo Fondi Napoli, da settembre a Palazzo Fondi la mostra “Frida Kahlo– Il Caos dentro”

La mostra è articolata in nove sezioni:

  1. Quando anche le donne si misero a dipingere

Introdotta dalle parole di Anna Banti, questa sezione affronta l’affermarsi, tra dilettantismo e professione, delle donne pittrici nell’epoca della Controriforma. Si va da chi è iniziata alla pittura come complemento a un’educazione umanistica a chi è figlia d’arte, passando per le monache che dipingono per devozione. I nomi sono: le sorelle Anguissola, Lavinia Fontana, Barbara Longhi e suor Plautilla Nelli. I casi affrontati costituiscono un prologo all’esperienza di Fede Galizia.

  1. Trento

Il Concilio di Trento (1545-1563) è un’occasione – senza precedenti e senza pari seguito – per far conoscere il principato vescovile nell’Europa del tempo. In questa sezione sono esposte opere riproducenti le sessioni del Concilio che contribuiscono a rendere fecondo e internazionale l’ambiente culturale trentino dal quale provengono Nunzio e Fede Galizia. Ad attestare i legami di quest’ultima con la città d’origine della sua famiglia, c’è una sua raffigurazione del «beato» Simonino da Trento.

  1. Milano

Nunzio è sulla scena di Milano, la capitale europea delle industrie del lusso, già nel 1573. Fin dal 1587, Fede è celebrata lì per la sua attività di pittrice. Si vuole dar conto della forma della città, attraverso la veduta di Milano realizzata da Nunzio nel 1578, al termine della peste che aveva visto dispiegarsi l’impegno senza limiti dell’arcivescovo Carlo Borromeo. Il curatore Jacopo Stoppa ha sottolineato che si tratta della prima veduta tridimensionale della città: è come se la vedessimo dall’alto. La versatilità dell’artista trentino lo vede variamente impegnato nel mondo della moda e dello spettacolo, in un contesto in cui non mancano i contatti con la corte imperiale. Intanto, sponsor principale delle doti della giovanissima Fede è il milanese Giuseppe Arcimboldo.

Costume per mascherata Fonte: Castello del Buonconsiglio

Giuseppe Arcimboldo, Costume per mascherata, Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.

  1. Miniature e ritrattini

La miniatura non esaurisce la sua storia con la comparsa della stampa nel corso del XV secolo. Nel Cinquecento vede un sontuoso crepuscolo. E Nunzio Galizia è innanzitutto, osservato con l’occhio dell’epoca, un miniatore, la cui attività si svolge in particolare a Milano, ma anche a Torino, per la corte sabauda. Si intendono mostrare alcuni esempi della miniatura lombarda cinquecentesca, che vanno dai codici miniati ai ritrattini. Spiccano nella sezione due ritratti, eseguiti da Fede Galizia, inseriti in una ricca cornice elaborata dal padre, che trova confronti in alcuni frontespizi di edizioni a stampa, in cui sono coinvolti celebri artisti, dal Fiammenghino al Cerano.

Cornice con i ritratti di Jacopo Menochio e Margherita Candiani Fonte: Castello del Buonconsiglio

Nunzio Galizia e Fede Galizia, Cornice con i ritratti di Jacopo Menochio e Margherita Candiani, Collezione privata.

  1. Giuditte

Al centro della mostra è la Giuditta del museo di Sarasota, firmata e datata 1596. Un soggetto che Fede Galizia affronta più volte, in alcuni casi riproponendo addirittura la medesima immagine (è il caso del dipinto, datato 1601, della Galleria Borghese). La raccolta di più esemplari permette di verificare i gradi di autografia, all’interno di una produzione, che non rifiuta – è il caso anche delle nature morte – la serialità. In queste Giuditte emerge il gusto di Fede per la rappresentazione dei costumi e dei gioielli, che va intesa anche alla luce delle competenze in fatto di abbigliamento di suo padre Nunzio.

  1. A scuola dal Correggio e dal Parmigianino

La pittura dell’emiliano Correggio, morto nel 1534, è un riferimento prioritario per Fede, che ne studia le opere, a partire da quelle presenti nel contesto milanese. In particolare, l’Orazione nell’Orto, che oggi è ad Apsley House, a Londra, ma tra Cinque e Seicento era a Milano nelle ricche raccolte del marchese Pirro Visconti Borromeo. Ma Fede non si limita a riprodurre l’Orazione nell’Orto: copia anche la Zingarella (oggi a Capodimonte) e la Madonna della cesta (oggi alla National Gallery di Londra). Individua in queste immagini del Correggio un timbro devoto e sentimentale. Anche il Parmigianino è al centro dei suoi interessi, come attesta la Santa Caterina che giunge dalla raccolta dei principi Borromeo.

  1. Una ritrattista famosa

I personaggi che fin da giovanissima Fede Galizia immortala la fanno apprezzare come ritrattista in tutta Europa. Il curatore Stoppa ha ricordato che la pittrice rendeva egregiamente i dettagli descrittivi dei suoi soggetti. Un esempio è il ritratto di Paolo Morigia della Pinacoteca Ambrosiana, il dotto gesuato autore – tra gli altri – di un libro sulla nobiltà di Milano. Il dipinto è esposto in Duomo poco dopo la sua esecuzione, all’aprirsi dell’ultimo decennio del Cinquecento. Sfilano, in questa galleria ideale, Ludovico Settala, il medico della peste manzoniana, Federico Zuccari, il pittore dell’Idea, Ippolita Trivulzio, principessa di Monaco.

Ritratto di Paolo Morigia Fede Galizia Fonte: Castello del Buonconsiglio

Fede Galizia, Ritratto di Paolo Morigia, Milano, Veneranda Pinacoteca Ambrosiana.

  1. Sugli altari

Il Noli me tangere, ora alla Pinacoteca di Brera, è tra i dipinti rimasti della produzione sacra di Fede Galizia. Si tratta del più ammirato dai viaggiatori del passato, ma, curiosamente, quello forse più lontano dal gusto moderno. La minuzia con cui sono descritti i fiori in primissimo piano, che rimandano alla contemporanea produzione di nature morte, i gesti calibrati e la preziosità esecutiva delle vesti, visti con il cannocchiale del tempo, devono restituire la fama di Fede nella Milano a cavallo tra XVI e XVII secolo. Fama che deve averla portata a realizzare pure un dipinto, con San Carlo, destinato a Napoli, e a prendere parte alla decorazione di quell’antologia di pittura lombarda (e non) del Seicento che è la chiesa milanese di Sant’Antonio abate. A questa chiesa l’artista lascerà parte dei suoi beni alla propria morte.

Noli me tangere Fonte: Castello del Buonconsiglio

Fede Galizia, Noli me tangere, Milano, Pinacoteca di Brera.

  1. Come catturare la vita silente

Fede Galizia si cimenta in un genere nuovo, introdotto forse a Milano intorno alla metà dell’ultimo decennio del Cinquecento, da un pittore di tradizione latamente leonardesca: Giovanni Ambrogio Figino. Ma sarà la Canestra del Caravaggio, appartenuta al cardinale Federico Borromeo, a cambiare le carte in tavola. Fede proverà a misurarsi, tra temi e variazioni, con il nuovo corso della pittura.

Alzata con prugne Fonte: Castello del Buonconsiglio

Fede Galizia, Alzata con prugne, pere e una rosa, Bassano del Grappa, collezione privata.

Perché una mostra su Fede Galizia?

Il curatore Giovanni Agosti ha spiegato che l’idea è nata per indagare il fenomeno nel suo contesto culturale: un’artista donna – un tema caldo – che ebbe un grande successo, tanto da essere promossa anche da importanti scrittori del tempo.

Modigliani mostra Fonte: Fondazione Magnani-Rocca Modigliani a Parma, la mostra della Fondazione Magnani-Rocca

Fede Galizia. Mirabile pittoressa

Castello del Buonconsiglio, Trento

www.buonconsiglio.it

Mostra a cura di Giovanni Agosti, Luciana Giacomelli e Jacopo Stoppa

Dal 3 luglio al 24 ottobre 2021

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