Sardegna archeologica: la Stonehenge del Mediterraneo

Sardegna Archeologica Credits: sardegnadigitallibrary.

Tra perdas fittas e nuraghi, un tour della Sardegna archeologica alla scoperta delle testimonianze delle prime civiltà del Mediterraneo.


Un affascinante e misterioso viaggio a ritroso nel tempo.

In Sardegna è immancabile un tour archeologico alla scoperta della sua preistoria. C’è una vicenda millenaria raccontata dalle testimonianze archeologiche disseminate su tutto il territorio. I segni tangibili della preistoria isolana sono infiniti: menhir, dolmen, domus de Janas, pozzi sacri, tombe dei giganti e infiniti complessi nuragici. Enormi pietre che custodiscono segreti lunghi quattro millenni. Siti unici al mondo, costruzioni, spesso intatte, delle prime civiltà esistite in Europa.

Perdas de Tamuli - Macomer Credits: dirk_ercken. License: CC BY-NC-SA.

Un patrimonio da scoprire e da vivere: ecco la Stonehenge del Mediterraneo.

I monumenti megalitici dei resti della preistoria sarda sono pietre che raccontano vicende e protagonisti, che identificano popoli e credenze. Visitare l’isola significa rivivere gli stessi percorsi e risentire dalle stesse pietre il suono di un racconto lontano. Luoghi suggestivi e intrisi di fascino, da percorrere a piedi o su due ruote, a contatto con natura e storia.

A meritare più di altre il titolo di Stonehenge sarda è la zona di Pranu Muttedu: le perdas fittas sono le tracce più evidenti della civiltà neolitica. Dalla macchia mediterranea si offrono ai visitatori blocchi più o meno numerosi di strutture megalitiche. Leggende e favole che si perdono nel tempo, come quelle delle Janas della Barbagia, accompagnano il viaggiatore nella visita ai resti preistorici.

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I Nuraghi

Nuraghi, simboli dell’Isola, avvolti da un’origine misteriosa

Ben settemila torri di pietra, e tante altre potrebbero ancora venire alla luce. Esattamente una ogni tre chilometri quadrati. Probabilmente i nuraghi, simbolo dell’Isola, erano il centro della vita sociale di una civiltà che fiorì agli esordi dell’età del Bronzo (metà II millennio a.C.) e arriva sino a quella del Ferro (IX secolo a.C.) e che si distingue rispetto a tutte le culture del Mediterraneo. In alcune aree, come nella Valle dei Nuraghi (nel Logudoro) se ne trovano trenta a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Quello di Barumini, su Nuraxi, è stato proclamato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

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Fonte: Sardegna Turismo

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