Villa d’Este: alla riscoperta del sito Unesco a Tivoli

Fontana del Nettuno a Villa d'Este, Tivoli. Via Italia.it

Fra interni barocchi e fontane monumentali, Villa d’Este è un sito da riscoprire, inserito nella World Heritage List.

Villa d’Este a Tivoli è uno dei siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List. A pochi chilometri di distanza da Roma, Villa d’Este fu realizzata per volere del cardinale Ippolito II d’Este, governatore di Tivoli dal 1550. Il cardinale, deluso per la mancata elezione a pontefice, volle far rivivere in questa villa i fasti delle corti ferraresi, romane e francesi e soprattutto eguagliare la magnificenza di Villa Adriana.

La concentrazione di fontane, grotte e giochi d’acqua presenti a Villa d’Este rappresentò un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco. Tra questi l’esempio più noto ci è offerto dai giardini della Reggia di Caserta.

Per quanto sia fra i siti più celebri di tutto il Paese, ogni occasione è buona per ripercorrere gli aspetti di maggior interesse di Villa D’Este, per chi volesse visitarla per la prima volta o riscoprirla durante la bella stagione.

Grand Tour della cultura attraverso il centro e il sud Italia

Gli interni, i giardini e i restauri

Di particolare interesse in Villa D’Este sono le sale del piano nobile del palazzo decorate e dipinte da un nutrito gruppo di artisti del tardo manierismo romano, tra cui Livio Agresti e Federico Zuccari. Protagonista della villa è lo splendido giardino, ideato dal pittore e architetto Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani, affiancato da numerosissimi artisti ed artigiani.

Dopo un periodo di splendore, la villa, tra il XVIII se il XIX sec. cadde in uno stato di abbandono. Soltanto a metà del XIX secolo, grazie ad una sapiente ristrutturazione, la villa tornò agli antichi splendori e vi furono accolti diversi artisti tra cui il musicista Franz Liszt che ivi compose Giochi d’acqua a Villa d’Este, e tenne, nel 1879, uno dei suoi ultimi concerti.

I lavori di restauro e manutenzione sono proseguiti fino ai giorni nostri e Villa d’Este e il suo giardino sono tuttora tra i luoghi più visitati dai turisti.  Articolato tra terrazze, scalinate, viali e pendii, il giardino ricorda i Giardini pensili di Babilonia, mentre il sistema di adduzione delle acque, con un acquedotto e un traforo sotto la città, rievoca la sapienza ingegneristica dei romani.

Fontana dell'Ovato a Villa d'Este, Tivoli. Via Italia.it

Fontana dell’Ovato a Villa d’Este. Via Italia.it.

Le fontane della Villa

Il viale delle Cento Fontane e i suoi dintorni 

Di sicuro impatto scenografico sono le Cento Fontane che fiancheggiano il viale lungo cento metri. Questo luogo suggestivo ha fatto da sfondo a numerosi film, come la scena del banchetto nel Ben Hur di Wyler.

Alla sinistra del viale si trova la Fontana dell’Ovato, la più barocca della villa, dato lo straordinario effetto regalato dalle rocce, dai massi ornamentali e dai flussi d’acqua che rappresentano i monti Tiburtini, dai quali discendono tre fiumi: Aniene, Erculaneo e Albuneo. Anticamente in questa fontana confluiva l’acqua dell’Aniene, convogliata attraverso un canale.

Back to Nature 2021: l’arte contemporanea torna a Villa Borghese

 

Dalla villa, sulla sinistra c’è poi la Grotta di Diana, riccamente decorata e al cui interno erano conservate alcune statue – tra cui quella di Diana cacciatrice – che furono acquistate da Papa Benedetto XIV e poi trasferite ai Musei Capitolini.

Al di sotto del Viale delle Cento Fontane, s’incontra inoltre la scenografica Fontana dei Draghi che per la sua posizione centrale risulta essere il cuore del parco.

La leggenda vuole che questa fontana venne realizzata in una sola notte, nel settembre del 1572, come omaggio al Papa Gregorio XIII, che era ospite della villa e il cui stemma di famiglia, i Boncompagni, aveva come simbolo dei draghi alati.

Via delle Cento fontane. Via Italia.it.

Via delle Cento fontane. Via Italia.it.

La Rotonda dei Cipressi e il Nettuno

Nella parte più bassa del giardino si trova la Rotonda dei Cipressi: un piazzale contornato da giganteschi cipressi secolari, tra i più antichi esemplari esistenti.

Sicuramente la fontana più imponente è la Fontana di Nettuno, realizzata originariamente da Gian Lorenzo Bernini e restaurata nel XX sec. Data la sua bellezza, divenne un modello per numerose fontane settecentesche.

A completare la scenografia della Fontana di Nettuno, in basso, ci sono infine gli specchi d’acqua delle tre peschiere. Al di sopra invece è stata realizzata la Fontana dell’Organo, che deve il suo nome al meccanismo ad acqua posto al suo interno e che ancora oggi genera motivi musicali udibili dai visitatori.

Fonte: Italia.it.

Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.