Festival internazionale di narrazione di Arzo, al via dal 19 agosto

Festival internazionale di narrazione, Arzo, Perrotta

Con In nome del padre Mario Perrotta apre la ventunesima edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo, previsto dal 19 al 22 agosto.


Nella sua nuova versione diffusa, il Festival internazionale di narrazione di Arzo andrà in scena dal 19 al 22 agosto nei paesi di Arzo, Tremona e Meride. A inaugurare l’edizione, giovedì 19 agosto alle ore 21.30, ad Arzo, sarà lo spettacolo, scritto e interpretato da Mario Perrotta, In nome del padreIl lavoro nasce da un confronto dell’artista con lo psicanalista Massimo Recalcati.

«Il nostro è il tempo del tramonto dei padri […]. L’arte può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine, più vulnerabile ma più umana, di padre».

In scena Perrotta dà vita a tre padri diversi, ognuno alle prese con i propri figli e con la propria personale ricerca. Prima dello spettacolo, alle ore 18.00, presso la Corte dei Miracoli a Meride, l’artista, insieme alla giornalista Valeria Ottolenghi, incontrerà il pubblico.

Il programma

La riflessione e la messa in crisi di sé e della propria posizione è quanto indagano anche Saverio La Ruina e Chadli Aloui in Mario e Saleh, la sera di venerdì 20 agosto, alle ore 21.30, ad Arzo. Nello spettacolo, due uomini, un occidentale cristiano e un arabo musulmano, si ritrovano a L’Aquila, in una delle tende allestite dopo il terremoto. Nella loro quotidianità, si incontrano e scontrano le reciproche visioni e diffidenze, messe continuamente alla prova anche da fatti ed eventi esterni. 

La possibilità di svestire i propri panni per avventurarsi in quelli altrui sarà presente, in maniera un po’ surreale, anche nel lavoro di Albert García Sánchez Elle et mon genre, sabato 21 e domenica 22, alle 18.00, a Meride. In scena si assisterà a un vero e proprio capovolgimento: un uomo e una donna, marito e moglie, si troveranno nei corpi l’uno dell’altra. I due non avranno così scelta e saranno costretti ad entrare fino in fondo nelle rispettive alterità, scoprendo e scoprendosi.

Il teatro si farà così esercizio di decentramento, di uscita da sé e dal proprio punto di vista. La scena sarà un luogo di crisi e di messa in discussione; possibilità di vedere e, almeno per un attimo, diventare “altro”.

 

Teatro dell'Opera Roma stagione estiva Circo Massimo ph Yasuko Kageyama Il Teatro dell’Opera di Roma presenta la stagione estiva al Circo Massimo

 

Fonte: Ufficio Stampa Festival Arzo 

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