La Strada del Vino è un percorso che si snoda intorno a Cosenza, dedicato all’antico popolo dei Bruzi. Un itinerario per scoprire i luoghi e i sapori del territorio.
Gli storiografi non sanno con certezza se il popolo dei Bruzi sia vissuto in Sila, in Calabria, o se ci sia arrivato fuggendo da terre più a nord. Di certo si sa che la loro lingua e i loro costumi non erano molto diversi da quelli di altre popolazioni italiche sottomesse ai Romani. Cosenza divenne con loro una grande città, dedita alla coltivazione di ottimi prodotti, tra cui il vino e l’olio.
La Strada del Vino è l’itinerario che si snoda lungo i luoghi un tempo abitati dai Bruzi intorno al capoluogo calabrese. Un percorso che si estende tra le Valli del Crati, alla scoperta di bellezze e sapori del territorio.
Luzzi
Nel cuore verde della Valle del Crati sorge Luzzi, un piccolo comune della provincia di Cosenza che si dice sia sorto sopra i resti dell’antica Thebae Lucane, cittadina della Magna Grecia fondata nel IV secolo a.C.
Il borgo è punteggiato di diversi edifici religiosi, come l’antichissima Chiesa di Sant’Angelo, dove è stata ritrovata una tela di Santa Maria delle Grazie, opera della scuola di Leonardo da Vinci. Di particolare interesse anche l’Abbazia di Santa Maria della Sambucina, un monastero cistercense di grande fascino storico e artistico.
Rende
Rende è un centro dell’area urbana cosentina. La città si estende lungo il corso occidentale del fiume Crati, fino alle Serre cosentine, degradando dalle colline su cui sorge il centro storico fino alla città moderna.
Denominato Borgo dei Musei per la presenza di prestigiose gallerie d’arte, il centro storico di Rende si sviluppa su un’altura e mantiene abbastanza inalterata la sua urbanistica medievale, conservando memoria dell’antica toponomastica nei nomi alternativi di vie e piazze. Ma anche nell’assetto del vecchio quartiere della Giudecca, ancora riconoscibile per i vicoli particolarmente stretti e le arcate d’accesso.
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Cosenza
Detta anche Città dei Bruzi, Cosenza è una delle città più antiche della Calabria e sorge sui sette colli nella valle del Crati, alla confluenza con il Busento. Tra le città capoluogo della Calabria, Cosenza occupa un posto di primo piano nel settore culturale e artistico.
Qui è tuttora viva l’Accademia Cosentina, fondata dall’umanista Parrasio nel XVI secolo e di cui fece parte, nello stesso secolo, Bernardino Telesio. Entrambi i filosofi si annoverano tra quei dotti cosentini per cui la città fu nota come l’Atene d’Italia.
A monte della confluenza, aggrappata al pendio del colle Pancrazio e presso le sponde del Crati, sta la città vecchia.
Dipignano
Dipignano si trova su un declivio alla destra del torrente Iassa, nell’alta Valle del Crati, sulla dorsale collinare della catena appenninica Paolana.
L’intero territorio è caratterizzato da una morfologia variegata e irregolare, con un’alternanza ininterrotta di dirupi accidentati e avvallamenti, strapiombi rocciosi e canaloni profondi, dolci declivi e panoramici terrazzamenti che rendono discontinuo il paesaggio. Durante il corso delle stagioni queste caratteristiche offrono all’occhio del visitatore uno spettacolo di rara bellezza e suggestione.
Dipignano deve molta della sua notorietà all’artigianato e alla presenza dei maestri del rame.
I vini della Calabria
A sud di Cosenza si produce il Donnici Doc nelle consuete tre versioni: Rosso, da uve Gaglioppo, Greco nero e altre; Rosato, adatto ai primi piatti e ai pesci di gusto forte; Bianco, da uva Mantonico insieme a Greco Bianco, Malvasia e Pecorello, che si accompagna bene con pesce e antipasti leggeri.
Nasce solo a Luzzi il San Vito di Luzzi, erede del prodotto dei Monaci Cistercensi presso l’Abbazia di Sambucina, che ha recentemente ricevuto la denominazione Doc. Il Rosso ha origine soprattutto da Gaglioppo, Malvasia nera, Greco nero, Sangiovese ed è un vino da secondi piatti robusti e da formaggi stagionati; il Rosato (stesse uve) è abbinabile al pollame e ai primi piatti saporiti. Il Bianco, da Malvasia, Greco, Chardonnay e altre uve bianche, spazia invece dal pesce ai primi.
La denominazione Savuto DOC, che risale al 1975, prende il nome dal fiume Savuto, che forma il confine tra le province di Cosenza e Catanzaro.
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