Doisneau: a settembre mostra a Rovigo sul fotografo umanista

Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau via studio esseci

Dal 23 settembre 2021 l’esibizione racconterà l’universo narrativo e lo sguardo umano, leggero e ironico dello storico fotografo parigino.

Il più bel bacio della storia della fotografia? Impossibile stabilirlo. Ma è certo che un posto sul podio spetta all’immagine della giovane coppia, indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi. L’autore è Robert Doisneau, il grande maestro della fotografia cui Palazzo Roverella a Rovigo renderà omaggio nell’autunno 2021 attraverso una mostra originale, capace di rivelare al pubblico delle opere la cui vocazione è, appunto, catturare momenti di felicità come questo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 23 Settembre 2021 al 30 Gennaio 2022.

Insieme a Henri Cartier-Bresson, Doisneau è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Con il suo obiettivo cattura la vita quotidiana degli uomini e delle donne che popolano Parigi e la sua banlieue, con tutte le emozioni dei gesti e delle situazioni in cui sono impegnati.

La mostra a Palazzo Roverella abbraccia la sua opera senza distinzioni cronologiche né alcun criterio di genere o tema, affiancando fabbriche, banconi di bistrot, portinerie, cerimonie, club di jazz, scuole o scene di strada in generale.

 

Robert Doisneau, , Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934, © Robert Doisneau. Via Studio ESSECI.

Robert Doisneau, Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934 © Robert Doisneau. Via Studio ESSECI.

 

Che si tratti di fotografie realizzate su commissione o frutto del suo girovagare liberamente per Parigi, vediamo delinearsi uno stile impregnato di una particolare forma mentis, che traspare anche nei suoi scritti e nelle didascalie delle foto. Il suo stile mescola fascino e fantasia, ma anche una libertà d’espressione non lontana dal surrealismo. Se lo stile è l’uomo, allo stesso modo la fotografia si identifica con alcuni dei suoi soggetti per esprimere una sorta di inquietudine o malinconia.

 

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L’occhio dell’artista

Un racconto – quello proposto dal curatore di questa mostra, Gabriel Bauret – condotto attraverso 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi.

Quello di Doisneau è un raccontare leggero, ironico, che strizza l’occhio con simpatia alla gente. Che diventa persino partecipe quando fotografa innamorati e bambini. «Quello che cercavo di mostrare era – ricorda l’artista – un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere».

«Mi piacciono – continua Doisenau – le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la gente comune. Parliamo. Iniziamo a parlare del tempo e a poco a poco arriviamo alle cose importanti. Quando le fotografo non è come se fossi lì ad esaminarle con una lente di ingrandimento, come un osservatore freddo e scientifico. È una cosa molto fraterna, ed è bellissimo far luce su quelle persone che non sono mai sotto i riflettori []. Il fotografo deve essere come carta assorbente, deve lasciarsi penetrare dal momento poetico. La sua tecnica dovrebbe essere come una funzione animale, deve agire automaticamente».

 

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Biografia di Doisneau

Doisneau nasce nel 1912 nel sobborgo parigino di Gentilly. La sua formazione come fotografo nasce dall’apprendistato nel laboratorio di un fotografo pubblicitario. Ma la sua attenzione si trasferisce presto ai quartieri popolari di Parigi e della banlieue, immagini che cominciano a comparire sulle riviste attraverso l’agenzia Rapho, di cui è uno dei membri più importanti.

Poi la guerra lo spinge a mettersi a disposizione della resistenza per dare nuova identità ai ricercati. Dopo la Liberazione, ecco alcuni reportages per Vogue. Nel ’49 il libro realizzato in collaborazione col suo sodale, il celebre scrittore Blaise Cendrars, La Banlieue de Paris, la prima sintesi dei molti racconti per immagini che dedicherà a questo mondo.

Doisneau ne descrive la quotidianità, componendo un racconto visivo in cui si mescolano una profonda umanità e una nota di umorismo, sempre presente nel suo lavoro.

Informazioni

La mostra sarà aperta dal 23 settembre al 30 gennaio 2022, ogni giorno dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 19.00.

Venerdì e sabato apertura dalle 9.00 alle 22.30. Domenica e festivi dalle 9.00 alle 20.00.

Biglietti acquistabile sul sito di Palazzo Roverella. Prenotazione obbligatoria.

Contact center per info e prenotazioni

Palazzo Roverella, via Laurenti 8/10, Rovigo

Da lunedì a venerdì 9.30 – 18.30, sabato 9.30 – 13.30

Tel.  0425 460093

info@palazzoroverella

Fonte: Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

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