Terre Roveresche, tra borghi e castelli dalle nobili tradizioni

Terre Roveresche Fonte: Turismo Marche

Un viaggio nelle Terre Roveresche, nella provincia di Pesaro Urbino: alla scoperta di storia, tradizioni e bellezze artistiche.


Il viaggio nel territorio di Terre Roveresche accompagna attraverso luoghi segreti, alla scoperta di storie e tradizioni popolari e bellezze artistiche ben custodite. Come Barchi, a cui nel 2005 è stata attribuita la Bandiera Verde dell’Agricoltura.

Barchi

Il minuscolo borgo, protetto da alte mura interamente percorribili, circondato da un paesaggio collinare dolce e tranquillo, è una base perfetta per organizzare passeggiate nella natura. La riserva faunistico-venatoria ‘il Colle’ è stata creata proprio per il ripopolamento delle specie e il contenimento della caccia.

Tutto intorno al centro abitato, sentieri su antiche strade rurali invitano ad immergersi nella campagna. Questa assume differenti colori nel corso delle stagioni. Al centro storico si accede salendo la via d’accesso seicentesca e oltrepassando l’imponente arcata della Porta nova. Nella piazza ai piedi della salita si riconosce la facciata della chiesa dedicata a S. Antonio da Padova. Una chiesa del XVII secolo, costruita là dove sorgeva un ospedale per i viandanti.

Entrando s’incontra, sulla sinistra, il Palazzo della Rovere, e sulla destra l’angusto vicolo degli Ebrei, che testimonia la presenza storica di una comunità ebraica. Ma immediatamente si scorge il palazzo civico, detto ‘comitale’, risalente al 1571 e ideato dal famoso architetto Filippo Terzi, che subito dopo passò al servizio dei re di Spagna e Portogallo. Nella piazza, cuore del centro storico, sulla quale si affacciano gli antichi edifici del “potere”, la fontana pubblica a ruota riforniva le famiglie traendo l’acqua dalla cisterna sottostante.

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La Collegiata della SS. Resurrezione infine è ricchissima di opere d’arte. Due splendide tele secentesche di scuola baroccesca di Antonio Cimatori detto il Visaccio, l’Annunciazione e la Resurrezione, e la bellissima “Madonna col Bambino” , pregevole opera forse di Federico Barocci stesso, fino alla Madonna della Misericordia attribuita a Carlo Magini di Fano.

Da non perdere in Corso Umberto I il Museo Orci e Orciai e della Banda Grossi, che documenta la ricercata lavorazione della terracotta per trarne vasellame di uso agricolo e domestico.

Orciano

Nelle Terre Roveresche, immerso nell’armonioso scenario dei piccoli centri dell’entroterra si scorge Orciano. Tra i tetti dell’antico borgo spicca la Torre Malatestiana, descritta come ‘la più bella torre elevata nelle Marche durante il Rinascimento’, costruita per poter controllare le rivolte degli orcianesi contro la folle politica di richiesta moneraria a fini bellici. Disegnata da Baccio Pontelli, descritto da Giorgio Vasari come l’architetto di Papa Sisto IV, la Chiesa di Santa Maria Novella, ricca di stucchi e decorazioni ad opera di Federico Brandani, integra la Torre Malatestiana dal lontano 1492.

Il Museo della corda e degli antichi mestieri conserva testimonianze delle attività economiche che hanno plasmato nel tempo l’immagine del paese. Ad esempio, del mattone, con la documentazione storica e fotografica della Fornace di Orciano, o quella dei fabbricatori di corde, noti nel territorio per la loro abilità e ricercati dai marinai fanesi per il sartiame dei loro pescherecci.

Una sala a parte è dedicata a Giò Pomodoro, uno dei più importanti scultori e architetti contemporanei del XX secolo, la cui opera ‘Sole Deposto’ orna la piazza da lui progettata e sui cui sorge la casa Natale.

San Giorgio

Facendo rotta verso il mare si incontra il castello di San Giorgio, da cui si dominano ampie vallate. Entro la cinta muraria si trova la Chiesa Parrocchiale a tre navate, di sobrio impianto neoclassico, con un crocifisso ligneo del Trecento e tele di pittori marchigiani. Tra questi anche una “Annunciazione” attribuibile a Francesco Mancini. Invece, tra vigne circondate da boschetti di querce e pioppi è situato il Convento della Misericordia di Poggio, del quale oggi non rimane che la Chiesa di San Pasquale Baylon. Qui si conservano, oltre che opere lignee e in pietra, anche dipinti dal Trecento al Settecento.

Grazioso è il piccolo castello di Poggio, abbarbicato su una rupe con al centro la Chiesa di Sant’Apollinare e Sant’Antonio Abate, ricostruita nel 1830 in stile neoclassico.

Ma San Giorgio è anche un luogo ideale per stare a contatto con la natura. Nelle Terre Roveresche il trekking del Metauro, che percorre il tratto S.Giorgio, S.Oliviero, Tavernelle, consente di passeggiare per vari km tra mulattiere, sentieri e imbrecciate che regalano panorami mozzafiato ricchi di tranquillità.

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Piagge

Lasciata San Giorgio, tappa obbligata è la frazione di Piagge, conosciuta anche come l’antica città di Lubacaria, distrutta da Alarico, re dei Goti. Qui si può andare alla scoperta della Grotta dell’Ipogeo, ricca di disegni, bassorilievi e decorazioni antichissime. Scoperta nel 1996, la Grotta fu progettata come luogo di culto religioso, con simmetrie perfette e simboli cristiani antichissimi, tanto che presenta una pianta a croce tipica delle basiliche. Piagge ha origini romane. É facile supporre che gruppi di cristiani di passaggio, in un clima di persecuzioni religiose, abbiano scavato grotte adatte al culto.

In città si può ammirare anche il Museo d’arte a cielo aperto ‘Terre di Lubacaria’, un percorso Storico-Artistico-Culturale, con vari murales variopinti e 30 sculture. Un melting pot di stili e di tecniche artistiche che merita di essere visitato.

Fonte: Turismo Marche

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