Sarà fruibile fino al 14 novembre l’esposizione a cielo aperto delle opere di Erwin Wurm su Via Veneto, a Roma.
Fino al prossimo 14 novembre le opere dell’artista austriaco Erwin Wurm animeranno l’iconica strada della Dolce Vita romana: Via Veneto. Sono 14 le opere che compongono il percorso di Via Veneto Contemporanea, l’esposizione gratuita a cielo aperto a cura di Catherine Loewe.
Venuto alla ribalta a fine anni ‘90 con le sue One Minute Sculptures, incentrate sull’interazione tra le opere e il corpo degli spettatori, Wurm, classe 1954, fa di gioco e provocazione gli strumenti per indagare e superare i confini materiali e concettuali della scultura. I lavori, irriverenti e di grande impatto, spesso portano in primo piano, in dimensioni monumentali, oggetti di uso comune, coinvolgendo in modo diretto l’osservatore. Sorriso e sorpresa, ma anche malinconia, forse una nota di inquietudine, diventano gli strumenti per sollecitare la riflessione sulla vita e su sé stessi.
Nel percorso sono proposte alcune opere iconiche dell’artista. Ecco allora, incorniciata dall’arco di Porta Pinciana, Big Mutter (2015), borsa dell’acqua calda di grandi dimensioni che si regge sulle proprie gambe: un omaggio alla cura e all’affetto che le madri dimostrano per i propri figli. Segue Boot, Butter e Boxing Glove (2015-16) nella serie delle Performative Sculptures. Poi, le Sculture Tascabili, una serie di borse e valigie su gambe (2017-21) e le “Sculture a metà”, due delle quali dipinte di rosa, nella tonalità delle gomme da masticare.
Di opera in opera, ad essere raccontate sono ricerca e filosofia dell’artista, indagate però anche in relazione al luogo e al momento. Così, ad esempio, contemplando Fat House (2003) tornano alla mente eccessi e golosità del cinema felliniano, ma è inevitabile pensare anche al significato di casa, specie in epoca di pandemia, e, ovviamente, al messaggio insito nell’opera: una critica all’ossessione per la dieta e per la magrezza.
Oggetti comuni, apparentemente banali, vengono elevati allo status di opere arte. La loro presenza, nel centro storico di Roma, diventa un invito a meditare su come e quanto si possa dare al quotidiano una dimensione aulica.
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Fonte: Zètema Progetto Cultura
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