“Nel segno delle donne”: la nuova mostra sul femminile


I Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola ospitano dal 15 luglio la mostra Nel segno delle donne, in un percorso che proietta la società e l’arte verso la modernità.


A un anno dall’apertura dei Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco, torna a Domodossola la grande arte con la mostra Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso Un percorso ricco di accostamenti tra dipinti, sculture, fotografie, macchine fotografiche d’epoca e abiti che prende l’avvio da alcuni capolavori di Giovanni Boldini e prosegue con un affondo dedicato alla Regina Margherita, per poi soffermarsi sulla donna dipinta da Zandomeneghi, Mario Cavaglieri, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Vittorio Amedeo Corcos, Giacomo Grosso, Cesare Maggi, Carrà, Pellizza da Volpedo, fino a Sironi, Modigliani e Picasso.

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La mostra

Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Le ciliege, 1889,
Collezione della Fondazione Cassa Di Risparmio di Alessandria

Un’esposizione che continua il lavoro intrapreso negli anni precedenti dal Museo volto alla riscoperta delle collezioni ossolane e del ruolo che la città di Domodossola ha avuto nel panorama nazionale e internazionale. Dopo le mostre De Chirico De Pisis, si indagano ora i decenni tra la fine dell’Ottocento e il primo quarantennio del Novecento attraverso gli occhi degli artisti che hanno saputo cogliere il ruolo della donna nella società.

La mostra espone oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, macchine fotografiche d’epoca, abiti e fotografie. Poste fra loro in una serie di accostamenti che indagano le interconnessioni tra le varie manifestazioni della modernità. Ponendo sempre al centro della ricerca la città di Domodossola che in questi decenni era più che mai viva protagonista dei tempi.

Nel segno delle donne

Federico Zandomenighi, Tra due specchi, Milano, Collezione privata, Courtesy Fondazione Enrico Piceni

Dal percorso espositivo emerge con forza la vera protagonista assoluta della mostra: la figura femminile. La donna nelle sue diverse sfaccettature che diventa chiave di lettura della modernità. Le donne sono presenti nelle opere di Boldini, Zandomeneghi, Cavaglieri, Corcos, Carrà, Pellizza da Volpedo e Sironi. Queste figure si fanno testimoni dei tempi che evolvono e del mutare del gusto estetico

Particolare enfasi è data alla moda con il sontuoso mantello a strascico indossato dalla Regina Margherita, esposto in un allestimento che pone il manto in dialogo con il ritratto della regnante. In più, accessori dell’epoca e fotografie che sono lo strumento d’elezione della modernità, capace di immortalare le nuove tendenze e il mondo circostante.

Vittorio Amedeo Corcos, Ritratto di Anita Vollert de’ Ghislanzoni e Maddalena Parodi,
Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano “Museo Louis Braile”

La mostra Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso vuole essere una riflessione sulla figura dell’artista in quanto tale. È l’artista che con la particolare sensibilità del suo sguardo si accorge dei mutamenti della società e che diventa testimone del divenire della modernità. La mostra è curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti che è il neo Conservatore dei Musei Civici. Realizzata dal Comune di Domodossola in partnership con la Fondazione Paola Angela Ruminelli, con il supporto del Museo Bagatti Valsecchi di Milano e il contributo di Soc. Coop. Pediacoop, Ultravox Srl e Punta Est Srl. La mostra si avvale di prestigiosi prestiti e della collaborazione dell’Istituto Matteucci.

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Domodossola

Il Teatro Galletti è ben rappresentato nel percorso: è esposto, dopo oltre quattro mesi di restauri, l’originale sipario dipinto nel 1882 da Bernardino Bonardi, con la raffigurazione della Piazza Mercato, ricca di scene quotidiane e personaggi abbigliati nei costumi tradizionali delle valli dell’Ossola. Presente in teatro fino agli anni Venti del Novecento, il sipario è stato poi nei depositi per gli ultimi quarant’anni.

La Domodossola del primo Novecento rivive anche grazie alle parole del grande poeta Giovanni Pascoli, del quale sono esposti alcuni scritti autografi. Pascoli si era adoperato in prima persona per raccogliere fondi utili per la costruzione a Domodossola di un ospizio per gli emigranti. E quando nel 1906 fu inaugurato dalla Regina Margherita e da mons. G. Bonomelli, il poeta inviò un’epigrafe che fu posta sulla facciata del palazzo.

“È un momento straordinario, sono incredibilmente emozionato”, afferma l’Assessore Folino. “Domodossola, finalmente, riparte con le Grandi Mostre, dopo l’interruzione del 2020 e 2021, con un progetto di assoluta qualità artistica, che entusiasmerà visitatori e cittadini. L’offerta culturale si accresce ulteriormente, regalando opportunità uniche, descritte, in particolare, attraverso i Maestri Boldini, Sironi e Picasso”.

Fonte: Città di Domodossola
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