Il cambiamento climatico tra dati e progetti urbani


Analisi delle cause del cambiamento climatico e azioni concrete per contrastare questo fenomeno 


L’uragano Milton in Florida, i nubifragi e allagamenti che negli ultimi anni stanno colpendo in modo più frequente e violento i Paesi europei, e la siccità che sta interessando il sud Italia, sono solo alcuni degli esempi più recenti di fenomeni climatici estremi.

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La crisi climatica è un dato di fatto e nel corso degli anni molte città hanno iniziato a lavorare per fronteggiare questo problema. Strategie come ‘Rifiuti zero’ o raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 ne sono un esempio.

Ma conosciamo i numeri di questo fenomeno

Il cambiamento climatico con i dati alla mano 

Con l’espressione “cambiamenti climatici” si fa riferimento alle variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici.

Il rapporto pubblicato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 2021 attesta queste alterazioni.

La temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 1,1°C tra il 2011 e il 2020. Le precipitazioni sono aumentate a partire dagli anni Cinquanta. Nelle aree tropicali tende a piovere maggiormente durante le stagioni umide e sempre meno durante quelle secche.

Flora e fauna stanno cercando di adattarsi modificando, ad esempio, il periodo di migrazione – se pensiamo agli uccelli –  e delle fioriture.

Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide si stanno sciogliendo, così come la maggior parte dei ghiacciai di tutto il mondo, aggiungendo maggiore quantità di acqua dolce agli oceani.

Non in ultimo, le acque di mari e oceani si stanno riscaldando sempre più velocemente, proprio perché il 90% del calore extra viene assorbito da loro. 

Questo è anche il motivo per cui – spiegano gli esperti – fenomeni estremi come gli uragani saranno sempre più frequenti e più distruttivi. Tanto da dover pensare a ulteriori categorie nella scala Saffir-Simpson per misurare l’intensità dei cicloni tropicali.

Di chi è la colpa? 

Il principale responsabile del cambiamento climatico è l’essere umano che con le proprie attività contribuisce in modo rilevante all’aumento dei gas serra nell’ambiente. 

Il rapporto ‘State of the Global Climate 2023’ pubblicato annualmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale, ha affermato che la quantità dei gas serra è aumentata notevolmente dai tempi pre industriali (1750): l’anidride carbonica del 150%, il metano del 262% e il protossido di azoto del 123%.  

La concentrazione di CO2 nell’atmosfera causa l’aumento delle temperature e questo fenomeno è stato confermato dalle alte temperature registrate negli ultimi anni. Il 2023 (1,45 ± 0,12 °C) è stato l’anno più caldo superando i numeri di anni precedenti come il 2016 (1,29 ± 0,12 °C) e il 2020 (1,27 ± 0,13 °C).

Esempi positivi: Copenaghen e San Francisco

Di fronte a questi dati e all’evidenza dei cambiamenti climatici, molte città si stanno impegnando per ridurre le proprie emissioni di CO2.

Copenaghen, per esempio, sarà la prima capitale a diventare carbon neutral entro il 2025. Per tagliare questo importante traguardo l’amministrazione urbana dal 2009 ha iniziato a lavorare su più fronti.

Per ridurre l’utilizzo delle auto ha migliorato la mobilità urbana, incoraggiando gli spostamenti in bici, a piedi o con il trasporto pubblico. Oggi il 99% del riscaldamento cittadino avviene per teleriscaldamento, di cui il 63% da fonti rinnovabili come il vento – la Danimarca è la patria del vento -, la biomassa, la geotermia e la combustione dei rifiuti. L’obiettivo ultimo, però, è quello di arrivare a utilizzare l’80% di fonti alternative.

Un altro esempio proviene da San Francisco. La metropoli si sta impegnando per raggiungere l’obiettivo ‘Rifiuti Zero’ entro il 2030.  

Il tema dei rifiuti svolge un ruolo importante nell’ambito dell’inquinamento se si tiene in considerazione questo dato: gli scarti alimentari che si decompongono nelle discariche producono metano, un gas serra ancora più potente della CO2.

LAssociazione internazionale dei rifiuti solidi afferma che, tenendo in considerazione tutti i processi di gestione della spazzatura, il settore potrebbe ridurre del 10-15% le emissioni di gas serra a livello globale.

Le iniziative di alcuni Stati e Paesi dimostrano l’attenzione verso queste tematiche e la rilevanza che il cambiamento climatico sta assumendo nell’opinione pubblica. Ma c’è ancora molto da fare per invertire la rotta e contenere gli effetti più devastanti causati dall’innalzamento delle temperature. 

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