Parolacce nella musica: la classica degli artisti più volgari


Parolacce nel mondo della musica. Uno studio per scoprire la top 1o degli artisti più volgari in Italia e con più streaming


Gli esperti di lingue della piattaforma di apprendimento Preply hanno esaminato i testi di oltre 5.500 canzoni per individuare gli artisti più inclini all’uso di linguaggio volgare nella scena musicale. Lo studio ha preso in esame l’intera discografia di vari artisti internazionali come Taylor Swift, Billie Eilish e Charli XCX, nonché di artisti italiani come VillaBanks, Capo Plaza, ANNA e Sfera Ebbasta.

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La musica può rivelarsi uno strumento eccellente per l’apprendimento delle lingue. Non tutte le canzoni, però, sono adatte a questo scopo: alcuni artisti utilizzano espressioni volgari e parolacce nei loro testi. Con il successo di una canzone sempre meno legato alle vendite di dischi e alle classifiche radiofoniche, e sempre più determinato dai dati di streaming e dalla popolarità su TikTok, gli artisti sembrano prestare meno attenzione a mantenere i loro testi adatti a piattaforme diverse da quelle online. Secondo alcune teorie, l’uso di parolacce e linguaggio esplicito sarebbe in crescita, sia nella musica che nella vita quotidiana.

Nessun artista scrive musica senza parolacce

Questa ipotesi è confermata dall’analisi, che non ha individuato alcun artista in grado di evitare completamente parolacce, insulti o bestemmie nei testi delle proprie canzoni. Nei brani analizzati compaiono espressioni diffamatorie comuni verso uomini e donne, un ampio uso di linguaggio volgare, bestemmie e frequenti riferimenti sessuali.

@Preply

  • In primo piano spicca il rapper italiano Artie 5ive (classe 2000), noto per il suo linguaggio particolarmente volgare: ben l’87% delle sue canzoni – 26 brani in totale – contiene contenuti espliciti e spesso provocatori.

  • Anche il rapper Guè (classe 1980), conosciuto in precedenza come Guè Pequeno, è celebre nella scena per il suo linguaggio diretto. Con un repertorio vastissimo, ha inserito quasi 700 parolacce e imprecazioni nei suoi testi. Il 72% delle sue tracce – ben 165 brani, compresi i featuring, è etichettato come “esplicito”, rendendole poco adatte a un pubblico giovane.

  • Infine, la rapper italiana ANNA (classe 2003) non rinuncia mai a un tocco di provocazione nei suoi pezzi. In ben il 76% delle sue canzoni – per un totale di 19 brani – usa varie parolacce e imprecazioni, dimostrando di non trattenersi quando si tratta di inserire parole “forti” nei suoi testi.

  • Nella lista degli artisti più volgari troviamo anche altri nomi della scena rap italiana: VillaBanks, Capo Plaza e Sfera Ebbasta sono solo alcuni dei nomi di artisti italiani che utilizzano nelle loro canzoni un linguaggio volgare.

  • Uno sguardo ai musicisti più ascoltati al mondo offre uno spaccato interessante sulla loro predilezione per un linguaggio forte. In cima alla lista dei “superstar dal linguaggio colorito” troviamo il rapper canadese Drake (classe 1986). Ben l’85% dei suoi brani, 204 canzoni, è costellato di parolacce, oscenità e riferimenti sessuali.

  • Taylor Swift (classe 1989), considerata generalmente una popstar adatta a un pubblico anche più giovane, include contenuti espliciti solo nel 13% dei suoi brani. Tuttavia, nei suoi album più recenti si nota una tendenza verso testi più decisi, come in “Down Bad”, dove vi sono almeno 18 parolacce.

  • Infine, Billie Eilish (classe 2001), amatissima tra i teenager, si distingue per una scelta controcorrente. Come evidenziato dall’analisi dei testi, evita di usare ampiamente parolacce nella sua musica. Solo il 23% delle sue canzoni contiene termini offensivi, una rarità nell’attuale scena musicale.

  • Anche le artiste Lana Del Rey (classe 1985), Miley Cyrus e Charli XCX (entrambe classe 1992) hanno un approccio simile all’uso di termini forti, che compaiono nel 35-38% delle loro canzoni. Tuttavia si nota una preferenza per espressioni meno dirette e sessualizzate, puntando su un tipo di linguaggio più decoroso.

Da dove viene l’amore per le parolacce?

Le parolacce possono anche aiutare a ridurre lo stress e a scaricare la tensione. Nei momenti di stress, pronunciare una parolaccia ad alta voce può essere una forma di auto-soccorso quando ci sentiamo sopraffatti.

Nei gruppi sociali o nelle sottoculture, le parolacce possono servire come segno di appartenenza e solidarietà. Crea un linguaggio comune e permette di abbattere le barriere sociali in situazioni occasionali.

Molti musicisti utilizzano consapevolmente le parolacce per ribellarsi alle norme e alle aspettative sociali. In questi casi il linguaggio particolarmente colorito diviene un simbolo di resistenza contro l’establishment. Nell’hip-hop, in particolare, la rottura dei tabù è un’espressione di anticonformismo e serve a creare un’identità che si distingue dalle norme tradizionali.

Nella musica pop si dà molta importanza all’autenticità: gli artisti vogliono apparire reali e accessibili. Le imprecazioni rafforzano l’idea di autenticità, in quanto il loro uso è percepito come incontrollato e spontaneo. Nel rap, uno stile musicale fortemente caratterizzato dalla realtà della vita degli artisti, le parolacce rafforzano l’ immagine di autenticità.

Metodologia di analisi

Per l’analisi dei testi sono stati innanzitutto selezionati gli artisti musicali più popolari. La base è stata la playlist di Spotify “Top 50 Italia 2023”. Sono stati esclusi dall’analisi i produttori musicali, i DJ e gli artisti che non hanno partecipato alla stesura dei testi. Dei 53 artisti rimasti è stata analizzata l’intera discografia alla ricerca di parolacce, bestemmie e insulti.

Fonte: Preply

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