Montappone, Il borgo dei cappelli artigianali di lusso


Alla scoperta di Montappone tra cappelli, Caciù alle fave e vulcanelli


Montappone, nella provincia di Fermo nelle Marche, è un piccolo borgo famoso per l’antica arte della lavorazione di cappelli in paglia, da cui si è sviluppata un’industria artigianale del cappello di lusso.

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Storia e curiosità su Montappone

Montappone è stato dominato fin dall’antichità dalla famiglia Nobili-Brunforte. L’origine del toponimo sembra essere legata a un certo Appone, signore del primo castello costruito nel paese, poi distrutto dalla famiglia Mogliano e ricostruito dai montapponesi nel 1371. Nel 1808, con l’avvento del regno d’Italia, si unirono al municipio di Montappone Massa e Monte Vidon Corrado e nel 1861 il borgo fu annesso al Regno d’Italia.

 

I cappelli di Montappone

La lavorazione della paglia inizia dopo il medioevo e, con il tempo, evolve nella realizzazione di cappelli divenendo uno dei centri di produzione più rilevanti nel panorama mondiale. Oggi le industrie specializzate nella manifattura di copricapi sono numerose e grandi marchi italiani ne commissionano la produzione agli artigiani di Montappone.

A questa punta di diamante è dedicato un museo al cui interno è conservato l’ultimo copricapo indossato dal regista Federico Fellini, gentilmente donato dalla famiglia, e una corona di paglia al quale è legata una divertente fiaba.

Si racconta che un giovane contadino chiese la mano della principessa pur consapevole di non possedere grandi ricchezze. Il re gli rispose che: “Ogni persona è ricca per ciò che ha, non per ciò che gli bisogna”. Così nel tragitto di ritorno verso casa, riflettendo sulle parole del re e giocando con della paglia, gli venne in mente un’idea: decise di realizzare una corona intrecciando le spighe di grano. La principessa divenne sua moglie e il successo del contadino fu di tale ispirazione per i cittadini che molti iniziarono a lavorare la paglia per trovare la stessa fortuna.

Montappone, insieme ai comuni di Falerone, Massa Fermana e Monte Vidon Corrado, fa parte del ‘Distretto dei cappelli’. Un insieme di comuni del fermano specializzati nella produzione di supplementi per abbigliamento e accessori. 

Cosa vedere a Montappone

Tra le principali attrazioni di Montappone troviamo il Museo del Cappello dove sono mostrate, lungo il percorso museale, tutte le fasi di lavorazione della paglia. Un’area dell’esposizione è dedicata a dei capelli realizzati con oggetti insoliti come: vetro, carta, pelle, ceramica, pietra o cibo. 

Diverse architetture religiose sono conservate nel centro storico del borgo, come la Chiesa Oratorio del S.S. Sacramento al cui interno sono conservati diversi affreschi risalenti al primo Cinquecento, raffiguranti “Madonna col Bambino e i santi Giorgio e Giovanni Battista” dell’artista Pagani. 

La Chiesa di Santa Maria in Castello, risalente al Settecento, e l’Abbazia di S. Maria e S. Giorgio dove è esposta la tela ‘Madonna con bambino’ dell’artista Cristoforo Roncalli detto “il Pomarancio“.

Cosa fare a Montappone

Montappone si contraddistingue anche per la presenza dei Vulcanelli di fango denominati “Lu Vullicaru”. Si tratta di un particolare fenomeno che vede la fuoriuscita di fango dal sottosuolo. Questi vulcanelli si trovano in contrada Saletto, lungo il fosso della Rota.

Tra gli eventi che animano il borgo non può mancare una festa dedicata alla punta di diamante di Montappone: i cappelli. Tre giornate, nel mese di luglio, per scoprire come nasce un copricapo: dalla mietitura del grano, all’intreccio della paglia fino ad arrivare alla cucitura.

Sempre nel mese di luglio si svolge la festa della Pinturetta, un’occasione per scoprire il borgo attraverso stand gastronomici, musica dal vivo e passeggiate naturalistiche.

 

Cosa mangiare a Montappone

Il prodotto gastronomico che più caratterizza Montappone è il Caciù ripieno di fave. Si tratta di una variante dei calcioni marchigiani realizzata con una sfoglia all’uovo e farcita con una purea di fave. La tradizione prevede che vengano serviti a fine pasto come dolce, sebbene siano un piatto salato.  

Solitamente si mangiano durante la Festa di San Giorgio e di San Martino, gli eventi più importanti del calendario locale.

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