I piatti tipici delle Cinque Terre conservano le caratteristiche di quelli di un tempo, come il rispetto dei profumi e dei sapori.
La cucina delle Cinque Terre è una cucina povera, erede di una tradizione millenaria legata alla storia del territorio. I piatti di oggi conservano infatti le caratteristiche di quelli di un tempo, come il rispetto dei profumi e dei sapori. Il pesce fa da padrone: acciughe, orate, branzini, totani, seppie, polpi e calamari sono tra i principali ingredienti di molti piatti. Portate impreziosite dalle essenze aromatiche che crescono in tutta l’area, come origano, timo e maggiorana, condite dal locale olio di oliva e innaffiate con i superbi vini bianchi della zona.
E, a proposito di verdure, coltivate ovunque negli orti, largo spazio alle torte e ai minestroni vegetali, preparati con borragine, bietole, cavoli, carciofi, patate e porri. Pochi, infine, i piatti di carne, quasi del tutto limitati a pollame e conigli di allevamento.
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Le ricette
Muscoli ripieni
- Si lavano e si aprono due terzi dei muscoli, conservando il brodino, mentre in un tegame si cuociono i rimanenti.
- Quindi si tritano assieme a mollica, mortadella, aglio e altre erbette, per poi amalgamare con uova, parmigiano, sale e pepe e distribuire il tutto all’interno dei muscoli aperti.
- Nel frattempo si fa rosolare in una casseruola una cipolla, quindi si aggiungono dei pomodori pelati cucinati a fiamma alta.
- Infine si mettono i muscoli ripieni nella casseruola, innaffiati con il loro stesso brodino, e si cucina per mezz’ora.
Frittelle di fiori di zucchine
- Si realizza un impasto liquido di acqua, farina, sale e fiori di zucchine, mentre a parte si scalda dell’olio in una padella.
- L’impasto è colato nell’olio un po’ alla volta, in modo da formare delle piccole frittelle che, appena dorate, dovranno essere sgocciolate e mangiate calde.
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I vini
Proprio per favorire questa tradizione esiste dal 1982 la Cooperativa Agricola che produce il Cinque Terre e lo Sciacchetrà, due vini a denominazione di origine controllata. Il primo è un bianco secco delicato, di colore giallo paglierino, ottimo con i piatti di mare, con le torte di verdura e le focacce.
Il secondo, senza dubbio il vino più conosciuto delle Cinque Terre, è un passito, dolce e liquoroso, di grande struttura e aroma, adattissimo a dessert consistenti. Lo Sciacchetrà, prodotto in quantità limitatissima, è ottenuto dalla fermentazione delle stesse uve del bianco lasciate tre mesi ad asciugare sui tralicci. La pigiatura, che avviene alla fine di novembre è forse all’origine del nome (“sciacàa”, schiacciare).
Fonte: Consorzio Turistico Cinque Terre
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