Roma, dai lavori per la metro C emerge una “piccola Pompei”

 

Scoperta una “piccola Pompei” nei sotterranei di Roma. Durante i lavori per la realizzazione della linea C della metropolitana sono stati rinvenuti due ambienti con parti del solaio e il mobilio ben conservati, seppur carbonizzati. Ed è proprio l’incendio che ha distrutto la costruzione ad averne favorito la conservazione. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla realizzazione del pozzo Q15 a largo Amba Aradam.

Ad essere rinvenuto un solaio crollato a seguito di un incendio divampato nel corso della prima metà del III secolo d.C. Si tratta di un rinvenimento eccezionale perché i due ambienti sono databili all’età traianea (inizi del II secolo d.C.) con rimaneggiamenti di età adrianea e successivi.

Lo scavo, ancora in corso, interessa la zona meridionale del Celio, colle che in età imperiale fu abitato nella parte alta dall’artistocrazia e nella parte bassa da militari come testimonia la caserma rinvenuta recentemente in via Ipponio nel corso dello scavo della Stazione Amba Aradam della Linea C della metropolitana.

Lo scavo del pozzo Q15 è iniziato a dicembre del 2016, i primi resti del solaio carbonizzato sono stati rinvenuti il 23 maggio. Sin da subito ci si è resi conto della straordinarietà della scoperta: negli strati più alti sono state ritrovate ampie porzioni di mosaico pavimentale in bianco e nero del piano superiore dell’edificio e frammenti di intonaco dipinto delle pareti e del soffitto.

Su alcuni elementi sono state individuate lavorazioni di falegnameria più elaborate che  fanno pensare a parti di mobilio. Tra questi, una gamba di sgabello o di tavolino, un altro piede più massiccio, forse di una cassa, e un elemento elaborato, con voluta forata passante, una tavola rettangolare di notevoli dimensioni, forse anch’essa pertinente all’arredo, e frammenti di stipite con tracce di lastre di vetro di finestra

Dallo scavo è emerso anche lo scheletro di un cane, accucciato davanti a una porta, molto probabilmente rimasto intrappolato nell’edificio al momento dell’incendio. 

Lo studio sull’interpretazione dell’edificio è allo stadio iniziale, per ora due sono le ipotesi più accreditate: l’edificio rinvenuto potrebbe far parte della caserma in via Ipponio o di una delle tante domus aristocratiche del Celio, di cui sono stati rinvenuti resti non lontano, come la domus dei Valerii, che presenta modalità di crollo simili.

 

Fonte: Adnkronos

 

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