La lenticchia di Castelluccio, il piatto simbolo del borgo distrutto dal sisma arriva nei piatti dei consumatori

lenticchie di castelluccio

Con il mese di agosto comincia la fase che porta la lenticchia di Castelluccio di Norcia, prodotto simbolo del borgo dei  Sibillini, nei piatti dei consumatori dopo la semina avviata in primavera nel mese di marzo.

Il borgo dei Sibillini è stato distrutto dal terribile sisma che ha colpito l’Italia Centrale un anno fa. Il processo ha una durata di circa sei mesi. “Una volta seminata si attende che nascano le piantine e poi è la natura a fare il suo corso – racconta Diego Pignatelli, uno degli agricoltori e presidente della Proloco – A fine luglio le piante vengono falciate e lasciate a terra una giornata e poi con i ranchinatori raggruppate e quindi si passa con la trebbia che separa la lenticchia dalla pianta“.

Dopo questa fase, il prodotto viene trasferito nei magazzini di Norcia dove la lenticchia viene separata da tutte le impurità, a cominciare dai sassolini, attraverso gli impianti di pulitura. Il controllo di qualità del Parco Trea, che esegue le analisi secondo i canoni Igp, precede la fase del confezionamento.

Dalla fine di settembre le confezioni si possono trovare negli scaffali dei negozi. “La lenticchia, sempre per le regole Igp, può essere venduta solo se confezionata in sacchetti da 250 e 500 grammi, oppure in buste da un chilo” – sottolinea Pignatelli.

A fine giugno, durante il lungo processo di maturazione del prodotto, Castelluccio vive il periodo della famosa fioritura che richiama migliaia di visitatori in tutto il mondo.

Fonte: Ansa

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