Roma, buche sulla Salaria: automobilisti pronti a denunciare il Comune


Roma. Non solo alberi caduti, dall’Appia a Testaccio, per il forte vento, che per tutta la giornata di ieri ha sferzato la città, ma anche buche che sono tornate ad aprirsi su una delle arterie principali della zona nord della Capitale causando notevoli disagi agli automobolisti.


Al termine di una giornata infernale tutt’altro che primaverile, Roma questa mattina si è trovata a fare i conti con i danni del maltempo.

In tarda serata di ieri, sulla via Salaria, si è aperta una buca molto profonda, alcuni parlano di 40 centimetri, che – complice il buio – ha danneggiato decine di auto, costrette ad accostare per cambiare gli pneumatici.

Una fila di circa 50 macchine, una dietro l’altra, “vittime” della buca-killer all’altezza della Motorizzazione. Un lungo serpentone di automobilisti in panne, molti infuriati per l’ennesima buca presa.

Sul posto è intervenuta la Polizia Locale, che ha avuto il suo da fare per cercare di segnalare la buca e consentire ad altri malcapitati di ritrovarsi con le gomme squarciate.

Secondo quanto si è appreso, inoltre, nel pomeriggio sulla stessa strada, che collega il centro della città con l’area nord della Capitale, sarebbero stati effettuati alcuni interventi di riparazione delle buche.

Il Campidoglio ha inviato sul posto una squadra di pronto intervento che si occuperà del ripristino del manto stradale e della manutenzione.

La situazione, inizialmente caotica per via della lunga fila di auto in panne, è andata via via stabilizzandosi, con l’arrivo sul posto anche di una pattuglia dei carabinieri.

Gli agenti di polizia locale si sono occupati della viabilità e della constatazione dei danni delle auto. Quello delle buche a Roma è uno dei temi più sentiti dai romani, soprattutto dopo le voragini che si sono aperte in città in seguito all’ondata di gelo delle scorse settimane.

Proprio tre giorni fa il primo rapporto Roma Capitale, curato dall’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale insieme a Italia Sicura e Ispra, ha evidenziato l’esistenza nella città di 28 zone a rischio alluvione e 383 siti soggetti ad allagamenti.

Ma non solo. Il numero di voragini è aumentato da una media di 16 l’anno tra il 1998 e il 2008, a più di 90 l’anno, con un picco di 104 nel 2013. E il 2018 rischia di essere un anno record visto che al 31 marzo del 2018 ne sono state registrate 44.

In particolare, le zone di Roma particolarmente a rischio per gli squarci nel terreno sono i quartieri Tuscolano, Prenestino e Tiburtino ma anche nel centro storico la strada rischia il cedimento all’Aventino, Palatino e Esquilino. Più sicura la parte ovest della città che, tuttavia, presenta rischi nei quartieri Portuense e Gianicolense.

La causa principale della formazione delle voragini capitoline è la presenza di numerose cavità sotterranee, che si concentrano per lo più nella porzione orientale della città, di origine antropica scavate dall’uomo a vario titolo, principalmente per l’estrazione dei materiali da costruzione. Questi vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie.

Finora l’Ispra ha censito e mappato 32 kmq di gallerie sotterranee che giacciono sotto il tessuto urbano, ma molte aree sono ancora sconosciute: manca all’appello, ad esempio, la grande Catacomba scomparsa di San Felice, sulla Via Portuense, che costituiva uno dei principali cimiteri della Roma cristiana del IV-V sec.

L’Ispra infine stima i costi: agli 8 milioni necessari per la progettazione e la bonifica degli otto siti più a rischio vanno aggiunti 3 milioni di euro – 1 milione l’anno per almeno 3 anni – per completare il censimento e la mappatura delle zone con presenza di cavità sotterrane. Per la Capitale, dunque, il costo totale ammonta a 11 milioni di euro.

 

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