I dati dell’Istituto Europasia incoronano il turismo italiano nel ponte del primo maggio. Il consuntivo di Pasqua e la previsione dei giorni dal 25 aprile al 1 maggio sono positivi, consolidando un trend in corso da tre anni.
Le previsioni più attendibili parlano di un movimento di circa 15 milioni di persone; di una spesa media pro capite, comprensiva di tutte le voci (trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) di circa 350 euro; di una durata della vacanza di oltre 3 notti; di un giro d’affari complessivo di 5,3 miliardi di euro.
Le mete. Sempre al primo posto il mare (38%); seguono le località d’arte (25%) che ospiteranno complessivamente, secondo stime, 4,3 milioni di presenze. Presenze non solo nelle città mete classiche di italiani e stranieri – Roma, Venezia e Firenze, ma anche Napoli, Bologna, Torino, Matera, Mantova, Milano e Palermo – perché borghi e città “minori” sono in rapido sviluppo turistico-culturale anche a primavera. Molto gettonato è il turismo verde tra campagne, parchi e oasi naturali. Una curiosità: Venezia ha stabilito, per i giorni di maggiore affluenza, itinerari differenziati per turisti e residenti.
I turisti dei “ponti” alloggeranno principalmente in case di parenti e amici (32%), quindi in albergo (23,5), in case di proprietà (14,5) e in alloggi affittati con formule diverse.
Gli stranieri. Le previsioni per tutta la stagione primaverile sono positive. Evidenziano un aumento delle vendite del prodotto Italia per l’82.9% degli operatori europei. Per i tour operator extra europei, il 76.1% prevede un aumento delle vendite.
Il turismo è uno dei salvagenti per l’Italia, sia per quanto riguarda l’emergenza lavoro, sia per quanto riguarda il contributo alla ripresa. In dieci anni ha incrementato le occasioni di occupazione del 19,8%: 261 mila posti in più. Nello stesso periodo gli stranieri hanno speso in Italia 361,5 miliardi di euro. Alla fine il saldo (a fronte della spesa degli italiani all’estero) è stato positivo per 128 miliardi. Per fare un raffronto: l’abbigliamento ha generato 95 miliardi di euro di saldo attivo, l’alimentare ha avuto un saldo negativo per 81 miliardi.
Fonte: Istituto Europa Asia
EUROPASIA
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