In scena a Senigallia l’ultima tappa della mostra “Rinascimento Marchigiano”


Dal 16 ottobre al 31 gennaio 2021 nello spazio espositivo di Palazzo del Duca di Senigallia la terza e ultima tappa della mostra “Rimascimento Marchigiano. Opere restaurate dai luoghi del sisma”. 


Va in scena a Senigallia al Palazzo del Duca la terza e ultima tappa della mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017, che si sono impegnati in un importante lavoro di recupero delle opere d’arte danneggiate.

In collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, sono state individuate per il recupero e il restauro un nucleo di 51 opere marchigiane di proprietà di 17 differenti Enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.

A Senigallia la mostra si arricchisce, arrivando a 40 opere esposte e in particolare, per la prima volta dopo il sisma, viene ricomposto l’intero ciclo di Jacobello del Fiore con le Scene della vita di Santa Lucia proveniente dal Palazzo dei Priori di Fermo, presentato parzialmente nelle precedenti tappe. Si tratta di otto tavole realizzate tra il 1420 e il 1425 raffiguranti le storie di Santa Lucia dove la rappresentazione segue puntualmente il testo della Leggenda Aurea, importante fonte agiografica di Jacopo da Varazze.

Un esemplare di grande valore culturale recuperato ed esposto in mostra è la campana databile al XIII secolo e molto probabilmente realizzata per la canonizzazione di San Francesco avvenuta nel 1228: si tratta della più antica campana francescana arrivata ai nostri giorni.

Di grande rilevanza storico-artistica sono anche una stauroteca, contenente un frammento della vera croce e una coppia di reliquiari, realizzati nel XVIII secolo dall’orafo argentiere Pietro Bracci, romano di origine, ma molto attivo nelle Marche.

Le altre opere in mostra “vanno dal ‘400 al ‘700, alcune dall’alto valore devozionale e non storico-artistico ed altre invece dal grande valore storico-artistico”, come spiega il curatore Stefano Papetti. Tra queste crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che ancora oggi si trovano all’interno delle chiese come oggetti di culto. Non mancano però altri nomi importanti come Cola dell’Amatrice, di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca proveniente dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora da Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l’esempio di Caravaggio.

La mostra itinerante Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma rappresenta un viaggio nella religiosità marchigiana attraverso un percorso stilistico e iconografico che era stato già definito da Federico Zeri e Pietro Zampetti cultura adriatica, ma fin dalla sua progettazione ha avuto un obiettivo più ampio, ossia quello di rendere fruibili in maniera permanente le opere restaurate.

 

Potrebbe interessarti:

In mostra a Cremona i capolavori di Orazio Gentileschi
Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.