Porto di Palermo, il Tar accoglie il ricorso dell’Autorità sul piano regolatore

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La prima sezione del Tar di Palermo dà ragione all’Autorità Portuale che aveva presentato ricorso contro i provvedimenti sulla gestione del porto da parte dell’Amministrazione comunale, dando il via libera al piano regolatore del Porto di Palermo.

L’Autorità Portuale, assistita dall’Avvocatura di Stato di Palermo, ha contestato i provvedimenti della giunta di Leoluca Orlando che aveva impugnato l’intesa per la gestione del porto firmata in passato tra l’Autorità (diretta in quel periodo da Nino Bevilacqua) e l’ex sindaco Diego Cammarata. La decisione della Giunta Orlando aveva così rimesso in gioco l’intera gestione delle strutture portuali.

Oltre al Porto di Palermo, nella disputa tra l’Autorità Portuale (attualmente diretta da Vincenzo Cannatella) e il Comune, rientrano anche i porticcioli turistici di Sant’Erasmo, Arenella e Acquasanta.

Costituisce punto non controverso tra le parti il fatto che il porto di Palermo sia riconosciuto di rilevanza economica nazionale, con caratteristiche polifunzionali può contemplare anche aree per lo svolgimento di attività peschereccia ovvero turistica e da diportosi legge nella sentenza –  e sia stato realizzato sulla base del piano regolatore del porto del 1954, aggiornato nel 1968, nel 1988 con variante che include il porticciolo dell’Acquasanta e, nel 1994, con ulteriore variante che include il porticciolo dell’Arenella“.

Il piano regolatore del 2012 si trova attualmente all’assessorato Territorio e Ambiente per avere valutazioni di impatto ambientale e più volte la Regione aveva affermato di attendere la sentenza del Tar prima di esprimersi.

Non risulta che la Regione Siciliana, che non è parte del presente ricorso ma che è certamente unica titolare del relativo potereprosegue la sentenzacui compete anche l’approvazione in via definitiva dello strumento programmatorio approntato dall’autorità Portuale di Palermo, abbia mai sollevato innanzi la Corte Costituzionale questione di conflitto di attribuzioni nei confronti dell’Amministrazione statale avverso il decreto ministeriale 2005 che ha fissato i contorni della circoscrizione dell’Autorità Portuale di Palermo, diversamente da quanto, invece, la stessa Regione Siciliana ha ritenuto di operare in relazione al Porto di Messina”.

Fonte: Ansa

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