Confindustria, il Decreto Dignità rende precario il lavoro stagionale: no al contributo aggiuntivo

Il Decreto Dignità incentiva la precarietà: questa l’opinione di Confindustria, che con un Avviso Comune ha chiesto al governo di intervenire. La soluzione? Eliminare il contributo aggiuntivo a carico delle aziende. E destagionalizzare l’attività turistica


Il Decreto Dignità prevede che a ogni rinnovo di un contratto di lavoro stagionale col medesimo lavoratore vi sia un incremento del contributo addizionale a carico azienda. Tale incremento progressivo e illimitato del costo della persona scoraggia, secondo Confindustria, la riassunzione del dipendente già formato, che spesso fa affidamento su un periodico reimpiego presso lo stesso datore e in tal senso organizza la propria vita. Si favorisce in sostanza la ripetuta sostituzione delle risorse da assumere: un vero incentivo alla precarietà, in esatto contrasto con la dichiarata volontà della legge, e in contraddizione con le altre norme dei contratti nazionali, che invece tendono a favorire il diritto di precedenza del lavoratore già assunto in passato.

Federturismo Confindustria, Confindustria Alberghi e Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e UilTucs-UIL hanno quindi chiesto al Governo, attraverso un Avviso Comune, di intervenire sul punto eliminando la grave distorsione insita nel Decreto Dignità.

Nel documento sottoscritto si esprime anche l’auspicio di migliorare la struttura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali e, in coerenza con quanto avviene anche in altri Paesi, di favorire la destagionalizzazione dell’attività turistica con evidente beneficio per la stabilità dei posti di lavoro, dell’organizzazione delle imprese, del contenimento dei costi per la clientela e non ultimo dell’efficientamento di tutta la rete logistica nazionale.

Fonte: Confindustria

Potrebbe interessarti:

 Accordo Alitalia – ASTOI Confindustria Viaggi: più diritti per i viaggiatori che acquistano pacchetti turistici
Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.