Campomaggiore: la Città dell’Utopia


In Basilicata per scoprire Campomaggiore vecchio, “la Città dell’Utopia”, passeggiando tra i ruderi di un borgo da favola.


Campomaggiore vecchio è la “Città dell’Utopia”, distrutta da una frana nel 1885. Dell’evento catastrofico subito dal piccolo borgo della provincia di Potenza restano i ruderi che accolgono il visitatore tra silenzio e fascino, come in una favola. Una volta a Campomaggiore, da cui ha inizio la veduta delle Piccole Dolomiti Lucane, nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato, si ha la sensazione di vivere a metà tra passato e presente, tra il fascino e la storia della città vecchia, e il paese nuovo, sorto a pochi chilometri nel rispetto della precedente architettura, con pianta a scacchiera, con al centro del borgo la chiesa e il Palazzo comunale.

La Città dell’Utopia

Con lo sguardo sempre rivolto a quello che il passato ha tolto e il presente cerca di conservare, nel ricordo e nella ideazione di un evento come la “Città dell’Utopia”, che tra danze aeree, recitazione e splendidi costumi fa rivivere la tragedia della frana e il sogno della ricostruzione della città. Ma a Campomaggiore è legato anche il nome del grande ballerino di tango argentino Miguel Ángel Zotto, nato da una famiglia di immigrati italiani in Argentina proprio dal piccolo paese lucano.

Abbandonato in seguito ad una frana avvenuta nel 1885, Campomaggiore vecchio era un piccolo villaggio dell’epoca romana, fondato su di un accampamento militare.

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La storia di Campomaggiore

Il borgo sorge nel 1150 sui resti di chiamata “Campus Maiorem”, il precedente insediamento. Intorno all’anno 1000, il paese subisce le invasioni arabe che già avevano toccato Pietrapertosa e presto vengono cacciati dai bizantini cui seguono i normanni, i quali avevano fissato la loro roccaforte a Tricarico. Con gli angioini Campomaggiore conosce la distruzione.

Determinante nella storia del paese è il ruolo della famiglia Rendina che nel 1673 ottiene il feudo che pone le basi per la sua rinascita. La ricostruzione di Campomaggiore avviene nel ‘700 a cura dell’architetto Patturelli, allievo del Vanvitelli, con la disposizione delle case a scacchiera, la posizione della chiesa e del palazzo del feudatario l’una di fronte all’altro, nella Piazza dei Voti, secondo la volontà della famiglia Rendina.

Per incentivare il ripopolamento un editto emanato dai conti Rendina prevede alloggio e terreno che chi sceglie di trasferisci a Campomaggiore, così la popolazione cresce e il paese si sviluppa. Nel 1885, però, una disastrosa frana annulla ogni “utopia” dei conti Rendina e della stessa gente di Campomaggiore, quello di creare una realtà florida e felice…

Fonte: Sito Ufficiale del Turismo Basilicata

 

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