Vini DOC delle Marche: quali bere a Fano


Quali sono i vini DOC delle Marche? Ecco alcuni vini da bere a Fano e dintorni


I vini delle colline di Fano e della provincia di Pesaro e Urbino sono apprezzati e corteggiati da gourmet di tutto il mondo: le dolci colline che dominano la piana del Metauro sono, infatti, un terreno fertile per la coltivazione di uve pregiate e la gente del posto da secoli ne ricava prodotti di grande qualità.

Le origini della coltivazione del vino tra Pesaro e Urbino, Marche

Le origini della coltura vinicola risalgono al decimo/ottavo secolo avanti Cristo, furono gli Etruschi a dare l’impulso decisivo alla coltivazione della vite, valorizzando con sapienza la potenzialità dei terreni, la mitezza del clima e la varietà di microclimi favoriti dalla ricchezza orografica.
Una passione cresciuta col tempo e capace oggi di dare numerosi e apprezzati vini rientranti nella Denominazione di Origine Controllata.

La provincia di Pesaro e Urbino, in particolare, vanta le seguenti DOC: “Bianchello del Metauro”, “Colli Pesaresi Rosso” con sottodenominazione DOC “Focara”, “Colli Pesaresi Bianco” con sottodenominazione DOC “Roncaglia” e “Novello dei Colli Pesaresi”.

La produzione vinicola non solo della provincia, ma dell’intera regione, negli ultimi anni si è fatta sempre più consapevole del valore e delle possibilità delle proprie uve. Oggi le Marche sono in grado di offrire vini competitivi a livello internazionale, capaci con la loro straordinaria genuinità, di soddisfare i palati più esigenti e raffinati.

Quali vini DOC bere a Fano, nelle Marche?

  • Bianchello del Metauro

Riferimenti alle proprietà del Bianchello del Metauro se ne hanno sin da epoca remota, Tacito l’amava e, nella torrida estate del 207 avanti Cristo, questo vino fu protagonista di una curiosa leggenda che narra ancor oggi come l’avanzata di Asdrubale, fratello di Annibale, si fermò proprio perché le truppe Cartaginesi, assetate e sfinite, si lasciarono facilmente sedurre da questo nettare giovane e fresco. Non sappiamo quanto di vero possa esserci in quella per molti è solo una leggenda, ma resta il fatto che questo Bianchello, o Greco di Bianco o Biancame, affascina i migliori intenditori per le sue amabili caratteristiche: ottimo per accompagnare la cucina di mare, delizioso da bersi anche come semplice aperitivo.

Il Bianchello è un vino che esprime al meglio la sua fragranza entro il primo anno e mezzo, reggendo bene anche un moderato invecchiamento (due anni), acquistando in sapidità e maturità. È un vino secco e fresco, leggero di corpo ma fine ed equilibrato.

La doc comprende 18 comuni, tra questi, Cartoceto, Saltara e Serrungarina sono indubbiamente le zone che ospitano le cru migliori.

  • Sangiovese dei colli pesaresi

Ottenuto da uve sangiovesi, è un vino dal bel colore rosso rubino, quasi granato, dai sentori di vinosità che, con l’invecchiamento, divengono delicati profumi fruttati. Al gusto si presenta secco, quasi fresco di buona sapidità. Il Rosso dei Colli Pesaresi si abbina alla perfezione con paste al ragù, con carni bianche al forno o arrostite.

È ottimo sul “coniglio in porchetta” (nelle Marche si definiscono ‘in porchetta’ quelle ricette in cui sui usa il finocchietto selvatico), ma si abbina alla perfezione anche sui piatti al tartufo tipici dell’entroterra.

Coniglio in porchetta, la ricetta tradizionale delle Marche

Merita una citazione la sottodenominazione DOC “Focara”, dove il disciplinare prevede una eventuale aggiunta di locali uve da pinot nero in percentuale non superiore al 15%.

Vini tipici da bere a Fano, Marche

Ancor oggi, la preparazione in casa di distillati, digestivi e altre bevande alcoliche è una pratica comunemente diffusa nella provincia di Pesaro e Urbino. La tradizione dei vini dolci, ad esempio, è motivo di orgoglio per i vinificatori delle nostre campagne.

Ricordiamo il “Vino santo”, caratteristico di Sant’Angelo in Vado e dei colli vadesi, di Urbino e di Pergola, prodotto da uve selezionate, coltivate in terreni collinosi e assolati. Ma anche il “Vino cotto” di Cagli, prodotto secondo indicazioni dall’antichissima matrice, e poi il “Visner” o vino di visciole, la cui ricetta, tipica dell’entroterra, nasce dall’incontro della vite con frutta dolce e saporita.

Una volta le visciole si facevano macerare col vino per dissetare i contadini nelle campagne, oggi, il visner è divenuto una ricercata prelibatezza dei ristoranti che amano le tradizioni.
Altra apprezzata produzione della provincia è il “Nocino”, ottimo digestivo, la cui preparazione segue tradizioni di lunga data: da sapere, infatti, che le noci utilizzate per questo vino, sono quelle che tradizionalmente ogni anno si raccolgono la notte del 24 giugno, festa di San Giovanni e notte delle streghe.

 

Fonte: Visit Fano

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