Roma. Area Sacra di Torre Argentina

 

 


Roma. Torna all’antico splendore l’Area Sacra di Torre Argentina, dove fu ucciso Giulio Cesare


I lavori per l’apertura al pubblico dell’Area Sacra di Torre Argentina prenderanno il via a maggio e si concluderanno nella primavera del 2022.
“Sarà realizzato un percorso in sicurezza tra gli antichi splendori: i visitatori potranno letteralmente camminare nella storia, ha affermato la Sindaca di Roma, Virginia Raggi alla presentazione del progetto.
Il progetto di musealizzazione prevede percorsi sotterranei e passerelle, che di notte saranno illuminate a led, così da rendere ancora più suggestiva l’intera area.

Secondo Jean-Christophe Babin – AD del Gruppo Bvlgari  che ha donato circa un milione per rendere il luogo accessibile al pubblico – l’intervento riporterà la zona al centro della vita culturale di Roma, com’era in epoca repubblicana.

Aspettarsi un numeroso flusso di visitatori, curioso di scoprire il luogo dove fu assassinato Giulio Cesare non è molto lontano dalla realtà.

Erano le Idi di marzo del 44 a. C. il giorno in cui il corso della storia cambiò per sempre.
Qui si trovava la Curia Romana edificata nel 55 a.C. da Gneo Pompeo, e il Senato Romano con il famoso scranno dove Cesare si accasciò senza un lamento e rivolse a Bruto le terribili parole Tu quoque, Brute, fili mi!”

Il basamento della Curia di Pompeo è ancora visibile dietro il Tempio rotondo della Fortuna, ma non lo scranno dove fu assassinato Cesare, cementato da Augusto per condannare il luogo alla damnatio memoriae, come narra Svetonio.

Il complesso archeologico comprende

  • la Torre del Papito di epoca medievale, che ospiterà la biglietteria 
  • Quattro templi di età compresa fra il III e il II secolo a.C

Il Tempio– denominato C – è il più antico e probabilmente era dedicato alla dea Feronia, un culto originario della Sabina arrivato a Roma dopo la conquista di quel territorio nel 290 a.C.

L’ultimo a essere innalzato fu il Tempio della Fortuna huiusce diei
(La Fortuna del Giorno Presente), eretto per celebrare la vittoria contro i Cimbri nel 101 a.C.

Alla gigantesca statua della dea appartengono la testa, un braccio e un piede conservati alla Centrale di Montemartini.

Il sistema dei percorsi su passerella permetterà di vedere da vicino questi templi e i numerosi reperti archeologici rinvenuti nella zona.

Che fine faranno i famosi gatti di Torre Argentina, protagonisti inossidabili di tante cartoline e fotografie di romani e turisti?

Il cantiere non interesserà la zona che ospita i ‘famosi’ felini rassicura la Sindaca Virginia Raggi

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