La semplicità e la genuinità in queste due ricette facili da preparare, gustose e fresche che sprigionano i sapori della Sicilia.
D‘estate si sa, non è sempre allettante cucinare. Si è in cerca sempre di piatti facili e veloci da preparare, che non richiedono di mettersi ai fornelli. Ecco qui che si torna alle merende genuine della tradizione, quella delle nonne. E queste due ricette semplici e veloci sapranno sicuramente farvi assaporare il gusto autentico della Sicilia e allieteranno le vostre estati afose.
Ecco a voi due ricette semplici ed estive per una merenda fresca e… soprattutto siciliana!
Il biancomangiare
Il biancomangiare è un classico dolce che le nonne preparano ai nipoti. Una delizia sia per gli occhi che per il palato. Facile e veloce da preparare, con pochi ingredienti. Tanto semplice da sembrare una magia. È il dolce siciliano dell’infanzia. Per prepararlo occorrono solo latte, zucchero, farina, e il gioco è fatto. Un dessert dal gusto morbido e delicato che potrete aromatizzare a vostro piacimento. Con una scorzetta di limone, con la vaniglia o con la cannella. Il vero tocco trasgressivo? Nocciole o pistacchi sbriciolati sulla superficie.
Immune al trascorrere del tempo e delle mode, il biancomangiare viene ancora oggi riproposto in svariate versioni, alcune fedeli alla tradizione, altre totalmente rivisitate in chiave fit e gluten free.
Ricette siciliane: u pani cunzatu |
Pane Fricato col pomodoro
D’estate, i pomeriggi a casa della nonna venivano intervallati da una bella fetta di pane con il pomodoro sfregato, u pani fricatu cu pummadoru. Questo veniva condito con un pizzico di sale, un filo d’olio e una spolverata di origano. Erano tempi in cui avere il forno a legna in casa era fondamentale, così di pane se ne faceva a sufficienza, circa una volta a settimana.
Se in famiglia c’erano bambini, per ciascuno veniva realizzata una pagnotta di dimensioni ridotte, chiamata “minnittu”, proprio per la sua forma tondeggiante che richiama la forma del seno femminile.
Questa mistica merenda è la quintessenza dell’operosità umana, una sorta di porta d’accesso che conduce a un piacere primitivo, sviscerale. Il pane fatto in casa, il pomodoro appena strappato dall’orto con la sua polpa baciata dal sole, l’origano raccolto in montagna e appeso a essiccare a testa in giù, l’olio nuovo dal sapore pungente: la ricetta della felicità!
Fonte: Sito Ufficiale del Turismo Sicilia |
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