A Roma con Airbnb, è allarme abusivismo

Il problema dei B&B, ostelli e stanze affittate abusivamente ai turisti, è ormai ben radicato e richiede un intervento immediato.

Dati che arrivano da Airbnb: dall’aprile 2016 all’aprile 2017 1.185.000 visitatori hanno usufruito della popolare piattaforma per organizzare un soggiorno a Roma.
Sempre dalla stessa fonte, è stato appurato che sono 14.700 i romani che hanno scelto Airbnb per annunci di affitto di stanze, monolocali o appartamenti, con una media di incasso pari a circa 5.000 euro all’anno.

In tanti a puntare il dito, soprattutto Federalberghi, sui tanti che approfittano della facilità nel pubblicare annunci su Airbnb, e presentano illegalmente le loro strutture.

Le sanzioni per chi fa queste operazioni abusivamente ci sono, e salate: variano dai 6mila ai 15mila euro, oltre al forte rischio di chiusura delle strutture abusive.
Le misure coercitive ci sono dunque, il problema è a monte con la mancanza di controlli adeguati.
Il Comune di Roma continua a perdere per le mancate tasse di soggiorno – e si parla di milioni di euro – solo nel centro di Roma, nel 2016 più di 360 attività sono state dichiarate illegali.
Secondo una statistica di Federalberghi, in tutta la Capitale a non rispettare gli standard di sicurezza e a non pagare la tassa al Comune sono circa 5.000.

Dopo il tentativo di Renzi, tocca al Governo Gentiloni mettere mano alla disagevole situazione.
Le misure applicate fino ad ora sono in linea con quanto stabilito dalla Commissione Europea nel giugno 2016, ovvero che il divieto dei servizi di sharing economy deve essere “l’ultima spiaggia”, da prendere in considerazione solo in caso di fallimento di tutti gli altri sistemi possibili.

La strategia sembra essere quella di accontentare un pò tutti, cercando di fare il bene comune: niente ostacoli aggiuntivi per Airbnb, meno tasse per chi mette le sue strutture sul mercato, ma una cedolare secca del 21%  sui brevi affitti, trattenuta dagli intermediari – nel caso i portali online – che poi gireranno l’imposta al Fisco.

Si attendono i risultati con ottimismo, visto che si è trovata una soluzione che riduca il rischio di evasione – sia per la cedolare secca, sia per le imposte più basse da versare per chi affitta – senza tarpare le ali al mercato.

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