A Palazzo Magnani di Reggio Emilia arrivano Cage e Kandinsky

“Kandinsky→Cage: Musica e Spirituale nell’Arte” è la nuova mostra che dall’11 novembre andrà in scena a Palazzo Magnani di Reggio Emilia.

Un percorso tra arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage, in cui le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni. 

50 le opere di Wassily Kandinsky in esposizione, tra dipinti, acquerelli e grafiche, provenienti da musei e collezioni private.

Tra queste spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali “Violett” (del Centro Pompidou, Parigi) e “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Musorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia). 

Non mancano poi anche i bozzetti tratti dalle opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok, le stampe popolari russe ottocentesche che hanno ispirato la cultura artistica successiva.

Nella formazione di Kandinsky, la musica resta infatti l’ambito privilegiato per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico.

Analizzare la fusione sinestetica e l’empatia tra la pittura e la non-oggettività della musica è l’aspetto centrale della mostra, animata da brani letterari degli artisti, video e installazioni che invitano a sperimentare in maniera ludica e ricreativa la sinestesia e offrono vere e proprie riscoperte.

Così a una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona.

La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista. 

Il percorso prosegue poi con una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël, Fausto Melotti e Giulio Turcato, del quale vengono esposti dopo 33 anni acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a “Moduli in Viola. 

A conclusione della mostra un ampio omaggio a John Cage, il musicista pensatore, poeta e artista i cui principi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana.

La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana.

“A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri” – anticipa la curatrice dell’esposizione Martina Mazzotta- “si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato, con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica”. 

Credits: La mostra è a cura di Martina Mazzotta si pregia di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da curatori e direttori di museo, musicologi, storici dell’arte e filosofi, tra i quali troviamo Michele Porzio e Gillo Dorfles.

Promossa da Fondazione Palazzo Magnani e Skira Editore con la partecipazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia. 

Informazioni:

“KandinskyaCage: Musica e Spirituale nell’Arte”

Palazzo Magnani, Reggio Emilia.

11 novembre 2017 – 25 febbraio 2018

ACQUISTO BIGLIETTI ON LINE – FINO AL 30 GIUGNO
Intero € 12 
Ridotto € 10 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni) 
Studenti € 6 (studenti dai 6 ai 18 anni) 

ACQUISTO BIGLIETTI ON LINE – DAL 1° LUGLIO
Intero € 14 
Ridotto € 12 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni) 
Studenti € 8 (studenti dai 6 ai 18 anni) 

Tel. 0522 454437– 444446 / e-mail: info@palazzomagnani.it

Informazioni dettagliate su: www.palazzomagnani.it

Fonte: Ufficio Stampa: Studio ESSECI

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