Nella giungla dei risciò arrivano gli sceriffi

Risciò, finti gladiatori e centurioni, botticelle e bancarelle di souvenir all’ombra dei monumenti: sono uno dei problemi in materia di decoro di molte città italiane.

Tra tutte Roma, Firenze, Milano, Lucca, Bologna e Lecce.

I risciò negli ultimi anni sono diventati un vero e proprio boom. Sono decine, infatti, le agenzie che vivono di questo business, comprese le startup di giovani che si sono così inventati un lavoro.

Tra apecar, tuk-tuk, biciclette con due o tre posti, golf car elettriche e carretti siciliani, il fenomeno è esploso in maniera massiccia inimicandosi tassisti e guide turistiche autorizzate.

Molti appartengono a delle agenzie dotate di vari tipi di permessi, tutte con siti internet e a volte anche app.

Le loro ‘prede’ sono i turisti, in primis americani, cinesi e indiani, che per un tour di 30 minuti arrivano a spendere 35-40 euro.

I guidatori pagano poi un noleggio alle società proprietarie dei mezzi e intascano i soldi dai visitatori senza rilasciare una ricevuta, intascando così in nero qualcosa come 100-150 euro al giorno, con solo 3-4 tour.

E se i vigili provano a fare multe, i giudici di pace le respingono, com’è accaduto a Firenze.

Ora però una nuova regolamentazione del Senato, più severa e restrittiva, detta divieti e limiti nonché un sistema di sanzioni che va a colpire chi affitta i velocipedi.

La genesi di questa norma è tutta fiorentina: fu proprio il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a mostrare l’invasione dei risciò al Ministro Franceschini, nel corso di una sua visita in città ad aprile.

L’emendamento, che il capoluogo toscano afferma sarà approvato entro luglio, renderà off limits aree come piazza Duomo, Santa Croce e piazza della Signori e filtrerà gli accessi nel numero e nel tipo di veicoli.

Con provvedimenti ad hoc, insomma, i Comuni italiani potranno limitare i risciò.

“Un altro concreto piccolo passo avanti per rendere il centro storico più vivibile”, dichiara Nardella che attende ora una soluzione concreta che dipani la matassa.

 

Fonte: Ansa

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