Tutto pronto per la missione approvata nel 2017 dal Ministero degli esteri, con l’appoggio dell’Ambasciata d’Italia a Giacarta e dell’Istituto italiano di cultura Jakarta, nella giungla incontaminata del Borneo (Indonesia) con l’obiettivo di trovare le prime tracce dell’umanità.
Gli scavi nel Borneo riguardano l’area di Banjarmasin Kalimantan, in particolare nella grotta di Goa Batu Hapu. La ricerca è stata resa possibile grazie alla presenza in Indonesia di Michele Raddi, professore associato presso l’Università statale Udayana di Bali nonché direttore responsabile delle ricerche nell’area del Borneo per conto dell’università e dell’Ufficio governativo indonesiano competente per l’area. “Gli elementi archeologici emersi nella prima fase, quindi l’anno scorso, hanno evidenziato che la grotta presenta una serie di presenze preistoriche rilevanti documentate da un’intensa attività litica, con attività antropiche molto evidenti di epoca preistorica – racconta Raddi – Nel mese di ottobre arriverà il corpo di ricerca italiano che si unirà a quello diretto da me che sono il titolare per conto del governo indonesiano della ricerca nell’area archeologica”.
Raddi può ora contare sulla collaborazione della missione archeologica della Farnesina diretta da Giuseppe Lembo dell’Università degli Studi di Ferrara insieme ad un team di ricerca internazionale composto da specialisti di istituzioni nazionali (Università di Ferrara, Università La Sapienza di Roma, Associazione Culturale ArcheoIdea) e internazionali (Università Udayana di Bali, Universitat Roviri et Virgili di Terragona).
Il Borneo è anche un luogo importante dal punto di vista ambientale, etnico e archeologico. “Qui c’è il patrimonio archeologico dell’umanità, siti importanti che verranno poi resi noti e pubblicati” – prosegue il ricercatore.
Fonte: Adnkronos
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