A Milano una grande mostra su Carlo Carrà

 

La pittura deve cogliere quel rapporto che comprende il bisogno di immedesimazione con le cose e il bisogno di astrazione.

Carlo Carrà

Annoverato tra i più grandi maestri dell’arte italiana del Novecento, Carlo Carrà fu tra i maggiori esponenti delle varie correnti artistiche d’avanguardia italiane: dal divisionismo al futurismo, passando per la metafisica e per quello che viene comunemente indicato come “periodo trascendente”. Un’arte che per il suo particolare stile riuscì a varcare i confini nazionali, giungendo all’estero, dove è ancora tutt’oggi molto apprezzata. 

Milano dedica a Carlo Carrà dal 4 ottobre al 3 febbraio, presso Palazzo Reale, un’importante rassegna antologica, la più grande mai realizzata, che vede esposte circa 130 opere, concesse in prestito dalle più importanti collezioni italiane e internazionali, pubbliche e private.

L’esposizione apre al pubblico dopo trent’anni dall’ultima dall’esposizione dedicatagli dal Comune di Milano (1987) e cinquantasei anni da quella che – Carrà ancora in vita – si svolse nel 1962, sotto la presidenza di Roberto Longhi, entrambe realizzate proprio a Palazzo Reale.

Quella del 1962 era un omaggio al maestro che nel ‘54 aveva ricevuto la medaglia d’oro di cittadino benemerito e che giovanissimo aveva scelto Milano come sua città d’elezione; un doveroso riconoscimento che faceva seguito al tributo dedicato al pittore nelle sale della Pinacoteca di Brera nel 1942, in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale.

Obiettivo della nuova esposizione è ricostruire l’intero percorso artistico del maestro attraverso le sue opere più significative dalle iniziali prove divisioniste, ai grandi capolavori che ne fanno uno dei maggiori esponenti e battistrada del futurismo e della metafisica, ai dipinti del periodo in cui collaborò alla rivista ‘Valori Plastici’, ai paesaggi e alle nature morte che segnano un ritorno alla realtà a partire dagli anni venti, con una scelta tematica che lo vedrà attivo sino alla fine dei suoi anni. Non mancano poi le grandi composizioni di figura, soprattutto degli anni trenta, il decennio a cui risalgono anche gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano, documentati in mostra dai grandi cartoni preparatori.

Un corpus di più di 130 opere concesse da alcune delle più grandi collezioni del mondo come quelle dello State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, dell’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, della Kunsthaus di Zurigo, della Yale University Art Gallery, della Národní galerie di Praga, del Museum of Fine Arts di Budapest e dai Musei Vaticani e da prestiti di numerosi musei italiani, tra cui la Pinacoteca di Brera, il MART di Rovereto, il Museo del Novecento di Milano, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, oltre a molte collezioni private, per ricostruire la fitta trama di affinità intellettuali e di rapporti d’elezione che legò Carlo Carrà ai suoi collezionisti e amici del tempo. Carrà fu un artista irrequieto, appassionato di viaggi, sin da giovanissimo fu a Parigi e poi a Londra dove incontrò, tra gli altri, Apollinaire a Picasso. Ma fu anche uomo di grandi aperture culturali e di letture che lo spinsero a svolgere un’attività critica sulle riviste più importanti e di tendenza del tempo, “La Voce”, “Lacerba” e soprattutto “L’Ambrosiano”.

Oltre alle opere esposte a raccontare la vita dell’artistica ci sono anche documenti, fotografie, lettere e numerosi filmati che testimoniano l’intensa vita di Carlo Carrà, di cui in prima persona ci dà conto nelle pagine de La mia vita, l’autobiografia che ha scritto nel 1942. In assoluta anteprima un filmato inedito del 1952, per la regia di Piero Portaluppi, riscoperto e valorizzato grazie ad un progetto di ricerca di Andrea Scapolan, che ne ha seguito il restauro realizzato da CSC – Cineteca Nazionale, che documenta la vita di Carrà attraverso le parole di Roberto Longhi.

La mostra è composta da 7 sezioni, ciascuna espressione di uno specifico periodo della vita e dello stile del grande maestro: Tra Divisionismo e Futurismo; Primitivismo; Metafisica; Ritorno alla natura; Centralità della figura; Gli ultimi anni; Ritratti.In tal modo, il percorso espositivo, fluido e coerente, scandisce le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura.

 

Credits

Promossa dal Comune di Milano-Cultura realizzata in collaborazione con  Palazzo Reale e Civita Mostre, la mostra curata da Maria Cristina Bandera, esperta di Carrà e direttrice scientifica della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con la collaborazione di Luca Carrà, nipote del maestro, fotografo e responsabile dell’archivio di Carlo Carrà, fa parte del palinsesto Novecento Italiano ideato dall’Assessorato alla Cultura per l’intero 2018 e dedicato a tutte le espressioni artistiche e culturali che hanno animato il secolo appena trascorso, nel nostro Paese.

Informazioni:

Carlo Carrà

Milano, Palazzo Reale

4 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019

Orari                                          

lunedì: 14.30 -19.30,

martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 – 19.30,

giovedì e sabato: 9.30 – 22.30

La biglietteria chiude un’ora prima

Biglietti comprensivi di audioguida:

Open 16 €

Intero 14

Sito: www.palazzorealemilano.it

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