Viaggio tra le ambientazioni delle opere liriche più famose


Viaggio tra i luoghi dove sono ambientate le opere liriche più famose al mondo, in attesa di tornare a teatro e vedere le rappresentazioni dal vivo.


Ricorderemo il Natale 2020 per l’emergenza sanitaria, per le conseguenti restrizioni e per le chiusure dei tanti luoghi di cultura; i melomani lo ricorderanno soprattutto per l’annullamento della prima della Scala di Milano, prevista come da tradizione per il 7 dicembre. A causa del virus i teatri sono chiusi e, quest’anno, la Lucia di Lammermoor di Donizetti è stata cancellata. Chi ama la lirica in questo periodo segue le opere in tv o per radio, persino su Facebook. Anche i canali online e social di Ansa.it. da settimane trasmettono le opere, sostenendo l’iniziativa delle 12 fondazioni lirico-sinfoniche italiane aderenti ad Anfols che rispondono alla sospensione degli spettacoli con un palinsesto di produzioni in live-streaming realizzate in assenza di pubblico, ma con gli artisti presenti.
In attesa di tornare a teatro e di vedere le rappresentazioni dal vivo, ecco un viaggio tra i luoghi dove sono ambientate le opere più famose e conosciute, per continuare a sognare e per non dimenticare l’incredibile bagaglio culturale che il mondo della lirica ci regala.
    Partiamo dalle delicate atmosfere del Giappone di Madama Butterfly, tragedia in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dedicata alla regina d’Italia Elena di Montenegro; è una delle opere più famose del repertorio classico basata su un soggetto giapponese. Siamo all’inizio del Novecento a Nagasaki, dove l’ufficiale della Marina degli Stati Uniti Pinkerton sposa la giovane Cho-Cho-san, il cui nome suggestivo significa “madama farfalla”. Caduta in disgrazia dopo la morte del padre, la giovane è costretta a diventare una geisha e spera di riabilitarsi con le nozze mentre l’ufficiale la sposa solo per spirito di avventura, consapevole di poterla abbandonare secondo le usanze locali, cosa che farà dopo tre anni. Cho-Cho-san vive con il figlio avuto da Pinkerton nell’illusione che lui torni dagli Stati Uniti; in realtà lui ricomparirà in Giappone con moglie e figlio americani solo per riprendersi il bambino e farlo vivere secondo gli usi occidentali. Nell’ultima struggente e tragica scena Cho-Cho-san si toglie la vita con un coltello secondo la tradizione orientale dello jigai.
Restiamo in Oriente, e precisamente a Pechino, con la Turandot, opera di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta a metà del terzo e ultimo atto e terminata dal compositore Franco Alfano. L’opera è ambientata nella capitale cinese e prende il nome dalla principessa Turandot, figlia dell’Imperatore; la giovane sposerà quel principe che riuscirà a risolvere tre indovinelli e a condizione che, se il pretendente non riuscirà a risolverli tutti e tre, verrà ucciso. Dopo la morte di alcuni di loro, si presenta al suo cospetto Calaf, figlio del re dei Tartari, che risponde a tutte le domande e, dopo altre traversie, riesce finalmente a conquistare la principessa.
Sempre Giacomo Puccini ci porta nella Roma del 1800 con Tosca, melodramma scritto in tre atti che racconta l’amore tra la cantante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi, gli inganni del barone Scarpia, la disperazione e la vendetta in un mondo dominato dal controllo e dal sospetto. Le ambientazioni dell’opera sono facilmente riconoscibili: Castel Sant’Angelo, la basilica di sant’Andrea della Valle e Palazzo Farnese. Da Roma si passa in Sicilia con la Cavalleria rusticana, opera in un unico atto di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Protagoniste sono le storie di amore e di gelosie ambientate nel paesino di Vizzini, vicino a Catania, in seguito all’impresa dei Mille di Giuseppe Garibaldi. In un tortuoso triangolo amoroso Turiddu ama Lola, che sposa il ricco carrettiere Alfio mentre il fidanzato è a fare il servizio militare. Turiddu, allora, decide di flirtare con Santuzza; Lola, ingelosita, riallaccia la vecchia relazione mentre Santuzza, per vendicarsi, rivela tutto ad Alfio. Seguono il duello e la morte di Turiddu.
   Si vola a Parigi e nella campagna circostante con La Traviata di Giuseppe Verdi, melodramma diviso in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, basato su La signora delle camelie di Alexandre Dumas. L’opera corale, struggente e commovente, racconta l’amore e la morte attraverso la storia tra Alfredo e Violetta. I pregiudizi sociali e il padre di lui divideranno i due amanti, riuniti dalla verità e dal sentimento poco prima della morte di tisi della donna.
Argomenti simili ma ambientati a Mantova sono quelli di un’altrettanta famosa opera di Giuseppe Verdi: Rigoletto, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo Il re si diverte, profondamente critico nei confronti della società, del potere e della falsa moralità.
Ci si sposta nell’antico Egitto con L’Aida di Giuseppe Verdi, celebre opera lirica in 4 atti su libretto di Antonio Ghislanzoni. Aida è una principessa etiope, fatta schiava dagli egiziani; ama, ricambiata, il comandante dell’esercito Radamès, inutilmente corteggiato dalla figlia del faraone, la principessa Amneris. Ancora una volta amore e morte sono il binomio perfetto per un grande successo popolare.
  E’ Siviglia, infine, l’ambientazione di Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, opera buffa in due atti su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia omonima del francese Pierre Beaumarchais del 1775. Il barbiere è Figaro e l’opera parla dei suoi molti tentativi per far nascere una storia d’amore tra il conte d’Almaviva e Rosina, nonostante l’opposizione di don Bartolo, il tutore della ragazza. Rossini descrive Figaro, personaggio astuto e spavaldo, con disprezzo paternalistico, così come Rosina, solo in apparenza dolce e rispettosa, si dimostra essere una donna scaltra e a tratti spietata. In città il balcone di Rosina è in una bella palazzina di piazza Alfaro, nel centrale quartiere di santa Cruz.
Sempre il capoluogo andaluso fa da sfondo a Carmen, l’opera in quattro atti di Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. A Siviglia il giovane brigadiere don José si innamora di Carmen, una bella zingara bella, che però a sua volta si innamora del torero Escamillo. Il finale è tragico con don José che uccide l’amata. La Fábrica de Tabacos, il Callejón del Agua e La Maestranza sono alcuni degli scenari riconoscibili della città spagnola.

Fonte: Ansa

 

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