Turismo culturale in Italia parla straniero

Quattro volte su dieci è la cultura a spingere in Italia un turista straniero. Lo rivela “Turismo, 20 anni senza”, l’indagine che Filcams ha presentato pochi giorni fa al ministro dei beni culturali e turismo, Dario Franceschini. I turisti culturali sono soprattutto stranieri.

Il vero motore della domanda turistica straniera, i beni culturali, che producono il 60 per cento di stranieri paganti per accedervi. Un’Italia amata e ambita proprio per questo: le nostre città d’arte, i musei, le chiese, le fontane, le regge. Il nostro inestimabile patrimonio, che ogni anno influenza il 40 per cento di arrivi dall’estero. A differenza dei turisti italiani che, sì apprezzano, ma un po’ meno. Su 55 milioni, infatti, solo 13 milioni di turisti ‘domestici’ girano l’Italia in lungo e largo mossi dall’interesse culturale.

Un’indagine che cerca di mettere in luce come il turismo in Italia, nonostante il grande margine di crescita e l’enorme potenziale che porta con sé, da vent’anni vive in bilico, tra discutibili politiche, tra tradizione e innovazione, tra competenze in materia sparse e disorganizzate, tra inerzia e esigenze di valorizzazione. Con al centro la cultura motore del turismo. “Perché è questo il significato del termine valorizzare: trasformare la cultura in turismo”.

Il nostro futuro è nel turismo e la cultura è il nostro petrolio, ma non lo sappiamo sfruttare. È questa ormai l’idea comune. E il curatore del’’indagine, Stefano Landi, analizza proprio questo, parlando della differenza con altri paesi. La Francia ad esempio, “che ha inaugurato a novembre 2012 il Museo nazionale della Grande Guerra di Moeux, e lo ha lanciato con un emozionante prodotto multimediale che racconta la storia e il carteggio quotidiano su facebook di due fidanzati separati dal conflitto: un vero cult, con tantissime visualizzazioni. Sempre in Francia ogni anno oltre sei milioni di visitatori pagano un biglietto per frequentare i siti della Grande Guerra, e spendono in media sei euro se sono escursionisti, ma ben ottantotto se dormono in zona come turisti. Questa è la valorizzazione. In Italia le celebrazioni del Centenario sono fatte soprattutto di cerimonie, generalmente i siti storici non sono a pagamento, e con le risorse dedicate agli investimenti si sono addirittura completate alcune opere dei Mondiali di nuoto del 2009 (quelle gestite dal tristemente noto comitato d’affari, poi venuto alla ribalta giudiziaria per il G8 alla Maddalena e all’Aquila)”.

Un’indagine che parte dall’analisi della promozione turistica nazionale, per indagare problematiche e opportunità. Intanto un dato è certo. La cultura e il patrimonio italiani piacciono agli stranieri, tant’è che, su una spesa complessiva dei turisti culturali di 9,3 miliardi di euro, il 60 per cento è generata proprio da loro.

 

Fonti: (Federturismo, Centro Studi Filcams-Cgil)

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