Tour emotivo: le 7 opere più suggestive da vedere a Roma

Chi non è mai rimasto incantato nel contemplare una delle opere più belle di Michelangelo? Oppure affascinato dai giochi di luce nelle tele caravaggesche, o ancora colpito dalla perfezione artistica e dalla delicatezza che solo i marmi di Bernini riescono a regalare agli occhi dei visitatori che vogliono cercare nuove emozioni, nell’ammirare delle opere uniche nel loro genere.

Ecco le 7 opere più suggestive da vedere a Roma:

Mosè

Mosè (Michelangelo)

Mosè (Michelangelo)

Una delle opere scultoree più famose di Michelangelo, grazie alla sua imponenza e cura anatomica dei particolari, tra cui la maestosa barba scolpita alla perfezione. Il Mosè (1513-1515), custodito all’interno della basilica di San Pietro in Vincoli, è la figura chiave del complesso statuario della Tomba di Giulio II. Molte le modifiche subite dalla statua nel corso degli anni, tra cui l’intervento dell’autore, che per motivi religiosi, è stato costretto a far ruotare la testa dell’imponente Mosè.
Curiosità:
La leggenda narra che lo stesso Michelangelo stupito dall’estrema perfezione delle sue forme abbia pronunciato la celebre frase: «Perché non parli?» dopo averla colpita con un martello sul ginocchio.
Secondo la credenza popolare nella barba del Mosè, Michelangelo ha scolpito il profilo di papa Giulio II e una testa di donna.

Ratto di Proserpina

Ratto di Proserpina (Bernini)

Ratto di Proserpina (Bernini)

Ricca di pathos, l’opera di Gian Lorenzo Bernini (1621-1622) riesce a regalare emozioni uniche, grazie anche all’espressività dei volti dei personaggi e la dinamicità dell’azione in atto. L’opera, esposta alla Galleria Borghese, inscena il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, relativo al ciclo delle stagioni, tema presente nella Metamorfosi di Ovidio. La bellezza del gruppo scultoreo risiede nel realismo del movimento che l’opera riesce a suggerire grazie al moto dei capelli e del drappo che scopre il corpo della Ninfa, afferrata dal muscoloso Plutone, in un movimento a spirale. Il Ratto di Proserpina rappresenta un capolavoro unico dell’arte barocca riconoscibile non solo per la delicatezza del marmo ma anche per la perfezione e la cura dei particolari.

La Pietà vaticana

E’ incredibile come, avvicinandosi a Lei, il mondo tace (Andrea Vercelli)

Pietà (Michelangelo)

Pietà (Michelangelo)

La Pietà vaticana (1497-1499) è una delle opere più suggestive del giovane Michelangelo, poco più che ventenne, conservata nella basilica d San Pietro in Vaticano. La scultura marmorea è l’unica opera che arreca la firma dell’artista, posta sulla fascia che regge il manto della Vergine. La Pietà suggerisce una grande eleganza e raffinatezza artistica, conferita dalla morbidezza dei movimenti, soprattutto del Cristo, privo di tensioni, adagiato sulle ginocchia di una giovanissima e simbolica Maria.

Ciclo di San Matteo

Il trittico rappresenta un ciclo pittorico su san Matteo realizzato da Caravaggio ed è conservato nella Cappella Contarelli, all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi.
Le opere:

L'ispirazione di San Matteo (Caravaggio)

L’ispirazione di San Matteo (Caravaggio)

L’ispirazione di San Matteo (1602) in cui è raffigurato il santo dall’aspetto intellettuale, di uomo che collabora con Dio, attraverso la figura angelica.

Il martirio di San Matteo (Caravaggio)

Il martirio di San Matteo (Caravaggio)

Il Martirio di San Matteo (1600-1601) che si sviluppa concentricamente intorno alla figura di un carnefice che inveisce contro il martire. Nell’opera è presente anche un autoritratto dell’artista, in fondo a sinistra, nel personaggio che osserva la scena.

Vocazione di San Matteo (Caravaggio)

Vocazione di San Matteo (Caravaggio)

La Vocazione di san Matteo (1599-1600) ispirato ad un episodio del vangelo, rappresenta la prima opera, eseguita da Caravaggio, per una destinazione pubblica. L quadro è considerato il primo dipinto visto da tutta la popolazione della città di Roma, pittori colleghi e concorrenti. Il quadro è ricco di significati allegorici e come in ogni opera di Caravaggio è la luce a fare da protagonista, simbolo della Grazia divina.

Santa Cecilia con quattro santi

Santa Cecilia con quattro santi (Guido Reni)

Santa Cecilia con quattro santi (Guido Reni)

Custodita nella chiesa di San Luigi dei Francesi, l’opera di Guido Reni (1601) si pone in netta competizione con la visione naturalistica prettamente caravaggesca. L’artista nel contempo sviluppa uno stile personale e idealizzante, che attinge anche al classicismo tipico di Raffaello presente nella sua Estasi di Santa Cecilia, di cui quella di Reni ne rappresenta una copia. L’opera rappresenta la fragilità della musica terrena, che simboleggia le passioni umane, rispetto a quella divina. Santa Cecilia è circondata da San Paolo, San Giovanni Evangelista, Sant’Agostino e Maria Maddalena, i santi che personificano il concetto di ascesa celeste e dell’estasi.

Transverberazione di santa Teresa d’Avila

Transverberazione di santa Teresa d'Avila (Bernini)

Transverberazione di santa Teresa d’Avila (Bernini)

Uno dei capolavori scultorei di Gian Lorenzo Bernini e uno degli esempi più alti dell’arte barocca, realizzato in marmo e bronzo dorato. L’opera (1647-1652) è conservata nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. Ciò che lascia lo spettatore affascinato è la teatralità dell’evento, di cui lo stesso Bernini è artefice. La santa, avvolta da una veste ampia e vaporosa, è adagiata su una nuvola che la porta verso il cielo. Un capolavoro di virtuosismo tecnico, dove il marmo perde ogni rigidezza, capace di regalare forte emozioni ogni volta che lo si ammira.

Madonna dei Pellegrini

Madonna dei pellegrini (Caravaggio)

Madonna dei pellegrini (Caravaggio)

L’opera caravaggesca (1604-1606) è conservata nella basilica di Sant’Agostino. Il dipinto colpisce soprattutto per il carattere semplice, e il concetto di di ubbidienza e di devozione, che lo stesso Caravaggio vuole attribuire alla Divinità. La Madonna appare come una semplice popolana che porta in braccio un bambino già abbastanza grande, che accoglie due pellegrini scalzi, reduci da un lungo viaggio. La dimora si presenta umile e decadente, simbolo dell’adesione alla povertà assoluta della Sacra Famiglia.

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