La porta più antica di San Pietro in Vaticano

La porta del Filarete, datata 1433-1445, è la porta più antica di San Pietro in Vaticano.

Perchè? Il complesso vaticano, dopo il periodo di abbandono a seguito della cattività avignonese, ritornò ad essere centro di interesse papale. A questo periodo risalgono i primi interventi di consolidamento e la realizzazione della porta d’ingresso che sostituiva la precedente andata perduta.

Sotto il pontificato di Paolo V Borghese, con la ricostruzione della facciata attuale progettata dal Maderno, i battenti bronzei del Filarete diventano la porta centrale dell’ingresso della Basilica. Per adattare i battenti alle dimensioni della nuova porta, vengono aggiunte la parte inferiore e superiore, che recano la committenza di Paolo V.

Chi è il Filarete? Antonio di Pietro Averlino, o Averulino, detto il Filarete (1400 ca.-1469) fu uno scultore, architetto e teorico dell’architettura. Allievo di Lorenzo Ghiberti, lavorò con lui a Firenze alla Porta del Battistero di San Giovanni, davanti a Santa Maria del Fiore. È probabile che per questo motivo il papa Eugenio IV gli commissionò la realizzazione della porta bronzea della Basilica di San Pietro.

Ci vollero 12 anni per il suo completamento. Dopo aver lasciato Roma, il Filarete viaggiò e lavorò in diverse città italiane finché nel 1451 giunse a Milano, dove iniziò a lavorare per gli Sforza. A questo periodo risale la realizzazione del suo famoso Trattato di Architettura, nel quale immagina l’utopica città di Sforzinda.

 

Cosa raffigura la porta? La porta è suddivisa in 6 formelle sovrapposte ed è strutturata con un’esplicita funzione celebrativa del pontificato di Eugenio IV. La cifra stilistica risente del rinnovato interesse per l’antico e dell’influenza degli ideali della cultura umanistica.

Le formelle sono incorniciate da eleganti foglie d’acanto tra cui campeggiano profili di imperatori o raffigurazioni di miti romani e greci.
Nei pannelli centrali sono rappresentati a figura intera San Paolo e San Pietro nell’atto di consegnare le chiavi a papa Eugenio IV. In tal modo Eugenio IV sottolineava la sua legittimità e la sua superiorità in quanto capo della chiesa.

Nella parte inferiore, in stretto rapporto iconografico e politico con le formelle centrali, troviamo  la Decapitazione di san Paolo e la Crocifissione di san Pietro. I riquadri sono ricchi di personaggi ed alternano scene reali a fantastiche ricostruzioni archeologiche.

Nella parte superiore si trovano le figure sedute del Cristo Pantocrator e della Vergine annunciata. A dare maggior risalto contribuisce l’eclettismo stilistico e iconografico che si evidenzia nei piccoli fregi di forma rettangolare in cui si narrano avvenimenti salienti del pontificato di Eugenio IV.

Curiosità:  Filarete firma la sua opera in vari punti, sia nella parte esterna che interna, dove l’artista si raffigura con un compasso in mano alla guida dei suoi allievi, mentre festeggiano il completamento del lavoro.

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