Sudafrica in Safari

Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia.

Ernest Hemingway

Immensi vigneti, antiche case coloniali, due oceani, deserti, foreste, città dalla movida brillante e internazionale.

Tutto questo in un solo paese? Sì, se parliamo del Sudafrica.

Questa magica terra offre un’incredibile varietà di esperienze – dalla scoperta della cultura coloniale boera alle escursioni nella natura più selvaggia – e questa sua peculiarità la rende il luogo ideale per un primo viaggio africano.
Chi invece ci è già stato, difficilmente resisterà al richiamo di una seconda vacanza.

Il Sudafrica è famoso per le sue bellissime – e produttive – farm, le meraviglie naturali, l’effervescente città di Capetown sovrastata dalla suggestiva Table Mountain – unico luogo appartenente al globo terrestre a dare il nome a una costellazione – ma anche, e soprattutto, per la sua fauna.

Non si può dire di essere stati davvero in Africa senza aver fatto un Safari, e se pensate che osservare gli animali non rientri nei vostri interessi, o che partecipare ad un viaggio del genere significhi andare a fotografare leoni da una jeep, vi ricrederete.

Vivere un Safari è un’esperienza potente, totalizzante.
La natura vi rapirà dal mondo reale, imponendovi i suoi ritmi, e nonostante i lodge – tipici alloggi per turisti da safari – siano per la maggior parte lussuosi e dotati di tutti i comfort, vi dimenticherete che esiste un mondo che prevede il traffico all’ora di punta o le riunioni di condominio.

La sveglia presto della mattina non è più la stessa, perché l’alba africana è esattamente quella del Re Leone della Walt Disney: dal silenzio più totale della notte – disturbato solo dalla risata di qualche iena – improvvisamente con le prime luci del sole sentirete, in perfetta sincronia, canti di uccelli, versi di scimmie, ruggiti e barriti.
Avrete l’impressione di partecipare ad una sorta di rito sacro, di far parte di qualcosa di grande e importante, come se la natura – che si risveglia in questo modo tutte le mattine – nascesse proprio in quel momento, e voi con lei.

Osservare gli animali, sia anche da una jeep o da una barca, è un’esperienza che non ha nulla a che vedere con lo zoo o i documentari.

A casa loro, nel proprio habitat, non faranno caso a voi più di tanto.

Non è il caso di avere paura se il vostro tracker esorterà l’autista ad avvicinarsi ad animali pericolosi, loro vi percepiranno come un “tutt’uno” con il mezzo che vi trasporta: bisogna mantenere le voci basse – non occorre sussurrare, basta non alzare troppo la voce – ed evitare movimenti bruschi.
Soprattutto nei percorsi a piedi, in Africa c’è una legge che va sempre osservata, anche per i veterani del safari: attenersi a ciò che vi dice la guida.
Gli atteggiamenti e le abitudini delle belve feroci sono più prevedibili di quanto pensiate, e, per quanto rischiosa – sulla carta – possa essere l’esperienza che state vivendo, se rispettate le regole che vi saranno illustrate all’inizio del safari, potrete immergervi senza nessun timore in questo mondo incontaminato.

C’è qualcosa di profondamente emozionante nel vedere dal vivo lo scatto di un ghepardo, un gruppo di elefanti guidati dalla loro matriarca, i surikata che escono dalla loro tana per prendere il sole.

Un’esperienza straordinaria da fare in un safari, e parecchie riserve lo prevedono nelle attività da offire ai turisti, è una gita a cavallo: gli animali – soprattutto le giraffe che sono abbastanza paurose – si avvicineranno per curiosare, e vi sentirete ancora più in sintonia con l’ambiente circostante.

La varietà paesaggistica sudafricana si riflette anche sui diversi tipi di safari che si possono fare.
Per chi ama il clima secco e le vedute desertiche, consigliamo la riserva Tswalu, tra le particolari sabbie rossastre del deserto del Kalahari.

Qui è d’obbligo una cavalcata tra le dune – opzione disponibile anche per i principianti – soprattutto se volete sfidare gli struzzi in una gara di velocità!

Il lodge è molto confortevole, le stanze e i bagni arredati con buon gusto e l’area comune dove si cena ha un grande camino, perfetto per sedersi a bere un bicchiere di buon vino sudafricano a fine giornata.

Chi invece preferisce un’atmosfera più verdeggiante, dovrebbe dirigersi verso la riserva di Phinda, nel mezzo di una foresta che si affaccia sull’oceano indiano.

Il design raffinato e moderno delle strutture è perfettamente intonato al paesaggio circostante, il cibo ottimo e la fauna più ricca che mai.
Attenzione ai babuini che tendono a rubare la colazione ai turisti e agli elefanti che potrebbero venire a dissetarsi nella vostra piscina!

Fonti:

Reportage dal viaggio di Marianna de’Micheli

Informazioni utili per i viaggiatori:

Lingua: le lingue ufficiali sono 11, ma l’inglese è diffusamente parlato.

Valuta: è il Rand sudafricano: 1 euro = 14 rand (media 2015).

Visto: non richiesto per i cittadini italiani.

Fuso orario: stesso orario in estate, un’ora avanti in inverno.

Per ulteriori informazioni consultare il South African Tourism: southafrica.net.

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