Lucca: l’incisione al centro della mostra “Il segno dell’avanguardia. I Futuristi e l’incisione”


Lucca. La Fondazione Ragghianti ospita la mostra “Il segno dell’avanguardia. I Futuristi e l’incisione” dal 23 febbraio al 15 aprile.


In esposizione circa 150 opere – xilografie, litografie, acqueforti originali, prodotte da matrice – dalla fine del XIX secolo al 1944, l’ anno della morte di Filippo Tommaso Marinetti.

Centro della mostra il Futurismo nelle varie forme d’arte in cui si sviluppò, tra cui l’incisione, a cui si dedicarono nomi del calibro di Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Gino Severini, Mario Sironi, Fortunato Depero.

Il Futurismo è stato esplorato in ogni direzione – spiega Francesco Parisi, curatore della rassegna insieme con Giorgio Marini –. Furono fatti ‘manifesti’ su tutto ma a differenza delle altre avanguardie, come ad esempio gli espressionisti tedeschi, i Futuristi italiani tenevano l’ incisione in disparte, nonostante molti artisti praticassero questa tecnica più come campo sperimentale che per effettiva necessità espressiva“.

L’ analisi si snoda in tre sezioni cronologiche: Simbolismo, Prefuturismo e Futurismo e abbraccia anche “la produzione grafica di matrice simbolista, crepuscolare o d’intonazione divisionista che precedette il lavoro più propriamente futurista di alcuni artisti come Russolo, Sironi, Boccioni, Carrà, che soltanto successivamente avrebbero aderito alle istanze marinettiane“.

Alle opere di questi artisti si affiancano quelle di Severini, Sironi, Depero, Ardengo Soffici, Primo Conti, Giorgio Morandi, Osvaldo Bot, Antonio Marasco, Duilio Cambellotti, Thayaht, Giannetto Malmerendi, Arturo Martini, Emilio Notte, Anselmo Bucci, Roberto Iras Baldessari, Carlo Erba, Francesco Dal Pozzo e Renato Di Bosso. Tra le opere di maggior pregio, “Dinamismo di un corpo umano” (1913) di Umberto Boccioni, variazione del suo celebre “Forme uniche nella continuità dello spazio”.

Si tratta di una litografia di grandi dimensioni che fu probabilmente collocata su un cavalletto all’ ingresso della Galleria Sprovieri di Roma per una delle mostre futuriste. In uno dei tre esemplari conosciuti sono visibili i fori delle punte usate per l’affissione.

E una “Composizione”, coloratissima xilografia di Leonardo Dudreville del 1917. Le opere in mostra sono state raccolte dai maggiori gabinetti italiani di stampe, da collezioni private e dagli eredi degli artisti.

Completano la rassegna opere grafiche di incisori che parteciparono al movimento futurista solo per una breve stagione. Una sezione a parte è dedicata alle pubblicazioni contenenti opere di grafica originale come cataloghi autoprodotti o libri illustrati, evidenziando in questo modo il contributo delle tecniche grafiche “originali” alla vastissima pubblicistica futurista.

Fonte: ANSA

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