In Valsesia tra le montagne e i sapori del Vercellese

Attraversata dal fiume Sesia, che dal Monte Rosa scende verso la Pianura padana con acque impetuose ideali per chi ama gli sport fluviali (dalla canoa al rafting, dall’hydrospeed al torrentismo), la Valsesia ha un fascino senza tempo, che conquista chi la visita per la prima volta e, per chi la conosce, c’è sempre l’occasione giusta per tornare. Considerata l’area più verde d’Italia, qui si è accolti da un ecosistema che alterna vallate a creste, splendidi anfiteatri naturali ad aree protette con gran ricchezza di flora e fauna per gli amanti della fotografia naturalistica.

Tutte caratteristiche per le quali, nel 2015, è entrata a far parte della rete dei “Global Geoparks”, le Riserve della Biosfera e del Patrimonio Immateriale UNESCO. Qui gli appassionati di vulcanologia possono addirittura vedere il sistema di alimentazione di un supervulcano fossile, che si addentra nella terra fino a 25 chilometri di profondità.

A passo da escursionista si può salire a 1191 per una tappa ad Alagna. Il suo borgo antico, con le case in legno dai balconi a listelle, le fontane in pietra e il campanile aguzzo della chiesa di San Giovanni, è la più tipica espressione della cultura materiale Walser, la popolazione di origine germanica che il Museo locale, un’antica baita del 1628, racconta nei suoi costumi e tradizioni. Ai piedi del Monte Rosa, Alagna in inverno è tra le stazioni sciistiche più “gettonate” per il freeride, collegata via funivia ai ghiacciai dove si scia tutto l’anno e a rifugi tra i più alti d’Europa, come la Capanna Osservatorio Margherita (4.554 metri) sulla Punta Gnifetti: è il sogno di tutti gli appassionati di sci alpinismo, che giunti in vetta, possono godersi un eccezionale panorama “hymalaiano”.

Camminando su antiche vie e mulattiere si scopre anche un altro volto della Valsesia, terra di storici cammini di spiritualità. Dal borgo antico di Varallo a piedi, circondati da una natura bellissima e selvaggia, oppure – ed è sempre un’avventura emozionante – a bordo della funivia più ripida d’Europa, si sale allora fino al Sacro Monte, per scoprire lungo un sentiero boschivo le 44 cappelle e la Basilica che formano questo straordinario complesso d’arte e architettura religiosa.

Se alle porte di Varallo si imbocca, invece, la Colma, la strada di raccordo tra Valsesia e Cusio, attraverso il Passo omonimo si scende fino alle placide sponde del Lago d’Orta, ripercorrendo all’inverso l’antica “Peregrinatio”, la via che nel XV secolo portava il  Cardinale Carlo Borromeo a Varallo per seguire la costruzione di quella che sarebbe diventata la “Nuova Gerusalemme”, il primo dei Sacri Monti tra Piemonte e Lombardia, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A questo punto ci vuole un intermezzo dolce, magari con i Bicciolani, biscotti friabili aromatizzati con cannella, cacao e chiodi di garofano, pensando alle delizie locali della tavola, che al riso della piana vercellese unisce i sapori della cucina d’alpeggio: dalla moccetta (coscia di camoscio servita in fette molto sottili), alle “miacce” (nella variante dolce e salata, simili alle crêpes e cotte con l’apposita doppia piastra di ferro) o l'”uberlekke” (bollito misto di carni, con verdure miste e speziate). Il tutto accompagnato da un robusto Gattinara DOCG o da un Bramaterra o Coste del Sesia DOC.

Fonte: https://www.visitpiemonte.com

 

Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.