Sapori della Ciociaria: 6 dolci tipici di questa zona

Panpepato ternano

Molti e variegati sono i dolci della tradizione ciociara: quello che li lega è senz’altro l’amore che viene impiegato nel farli e il loro sapore genuino e tradizionale. Ecco sei dolci tipici della Ciociaria.

  • Il panpepato di Anagni

Molte sono le leggende che cercano di ricostruire l’origine di questo dolce che viene a tutt’oggi fatto in ogni casa nel periodo invernale e soprattutto natalizio. Tra gli ingredienti principali vi è la frutta secca, in particolare nocciole, mandorle, uvetta, pinoli e noci, amalgamata con il miele e aromatizzata spesso con cannella e pepe nero, in una profusione di cacao. Questo certo non è un dolce per improvvisati chef. Molte donne, preparati gli ingredienti, si affidano alla forza maschile per lavorare il preparato (anche, forse, a causa delle ‘dosi’ ciociare!). Una volta terminata la lavorazione il composto viene lasciato riposare per 12 ore, prima di preparare piccole pagnottine che vengono poi cotte.

  • Il panfrutto di Ferentino, Ciociaria

Si tratta di un dolce semplice e prodotto in questa zona almeno a partire dal 1800. Ha forma circolare simile a una ciambellina il cui impasto morbido e fragrante si distingue per la particolare consistenza. Ottimo assieme al caffè o al liquore post pranzo!

  • Torroncini di Alvito, Ciociaria

Si tratta di dolcini tradizionali del XVIII secolo probabilmente derivati dalla pasticceria borbonica. Di forma rettangolare sono prodotti in tre tipologie: classico, pasta reale e croccantino. Possono essere ricoperti di cioccolato fondente e scaglie di caffè. Sebbene riproposti in diverse maniere seguendo l’estro dei pasticceri, gli ingredienti base sono: mandorle, nocciole, miele, zucchero caramellato e cioccolato.

  • La cassata di Pontecorvo

Si tratta di un dolce a base di “case” cioè formaggio. Secondo una leggenda che affonda la sua origine nel XV secolo, la Casata sarebbe stata confezionata, per la prima volta, in onore della visita di un Papa alla città di Pontecorvo che dal 1463 al 1860 venne prescelta quale sede per l’enclave. All’interno il dolce rivela i suoi in gradienti attraversi i tre diversi strati: il giallo dell’uovo, il bianco del formaggio e il marrone del cioccolato.

Normalmente le donne si destreggiano con la produzione di questo dolce in concomitanza con le festività pasquali. Ma viene realizzata anche per la festa patronale di Pontecorvo San Giovanni.

  • L’amaretto di Guarcino

Questo è sicuramente uno dei dolci più noti e più amati anche al di fuori del territorio ciociaro. Si tratta di un dolce semplice, di forma arrotondata e con un impasto soffice poggiante su dischetti di ostia. Difficile dire quando venne introdotta sulla tavola questa ricetta. Secondo un’antica leggenda, questa sarebbe stata trasmessa da un fraticello pellegrino come ringraziamento per l’ospitalità ottenuta presso una delle famiglie di Guarcino.

Un dolce tipico di Pasqua di Arpino  è la pigna, un ricco “panettone”  lievitato con un impasto pieno di uvetta, canditi, vaniglia, cannella, anice e chi più ne ha più ne metta!

Si distingue per una preparazione ed un gusto particolari, con gli aromi ed i profumi dei canditi all’arancia e al limone e un accenno di liquore.

  • La pigna di Arpino, dolce della Ciociaria

Questo, ad onor del vero, è un dolce tipico della propaggine più meridionale della regione Lazio, ovvero dell’area appartenente al Regno di Napoli, mentre nella parte superiore, quello dominata dallo Stato Pontificio, è stato introdotto solo in tempi recenti.

La lavorazione è lunga (almeno 4 giorni) e l’impasto duro richiede notevole energia. Alla fine il risultato è quello di un dolce mediamente dal peso di 1kg, ricoperto da una glassa di zucchero fondente.

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Fonte: Fiuggi Turismo

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