Cibus 2024, l’export continua a sostenere il settore

Superati i 52 miliardi di euro, nel 2023 è aumentato il valore dell’export,  anche se sono diminuiti
leggermente i volumi. I dati sono stati presentati in occasione del lancio della 22esima edizione di Cibus, al
Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Il Ministro Francesco Lollobrigida: “Cibus rappresenta senz’altro un momento per affermare il
nostro modello alimentare come riferimento globale”
Lo sviluppo internazionale coniugato ad un aumento della competitività sono e restano la ricetta
vincente delle Imprese Agroalimentari Italiane per continuare ad aumentare le loro quote rispetto
ai diretti concorrenti e combattere l’inflazione.
I numeri della 22esima edizione di Cibus hanno superato tutte le manifestazioni precedenti segnando un
nuovo record per le Fiere del Settore in Italia: Più di 3.000 brand presenti e 2.000 top buyer
internazionali provenienti dai principali mercati obiettivo. Per guardare al futuro del Settore Fiere
di Parma e Università Cattolica lanciano il nuovo Food Global Monitor.

Per continuare a crescere l’agroalimentare made in Italy deve guardare
all’estero e al futuro. Sta emergendo infatti un mix di fattori che possono rappresentare un rischio
ma anche una opportunità per le nostre imprese: volatilità materie prime, costi energetici,
polarizzazione dei canali distributivi. Un made in Italy sempre più presente sulle tavole di tutto il
mondo e consapevole di un ruolo guida sul piano della qualità e sostenibilità si presenterà al gran
completo in occasione della 22esima edizione di Cibus, come illustrato dal Ministro Francesco Lollobrigida.

“Il made in Italy è l’insieme delle migliori qualità che possiamo offrire. Dobbiamo raccontare al
resto del mondo l’eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i
nostri prodotti. L’export rappresenta un asset primario per l’economia della Nazione, per questo è
fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove
strategie per il settore. Cibus, che ho avuto modo di presentare a inizio marzo in Giappone insieme
al presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas e all’ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta
senz’altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale”,
ha dichiarato il Ministro.

Nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi ha registrato un valore
pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022.
L’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali,
ma anche delle normative intra ed extra UE. Nonostante la riduzione dei margini e del reddito
disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano
ad investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del
pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus 2024 per ridare valore
a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.

“Federalimentare è onorata di contribuire, insieme a Fiere di Parma, alla realizzazione di Cibus
2024. Un’edizione  da record, per la Federazione si tratta di un’importante occasione in quanto l’industria alimentare, oltre a generare
prodotti e occupazione, con le sue attività contribuisce alla sicurezza alimentare e al benessere
degli italiani, a dimostrazione del suo elevato valore sociale. L’industria alimentare italiana,
inoltre, si presenta a Cibus 2024 come un comparto sano, in costante crescita e che gode di grande
fiducia da parte dei consumatori. Tale fiducia si riflette anche all’estero, dove l’industria
alimentare italiana sta conquistando sempre più mercati, contribuendo ad esportare il Made in
Italy e lo stile di vita italiano nel mondo”, dichiara il Presidente di Federalimentare, Paolo
Mascarino.

I prezzi alimentari al consumo purtroppo per fattori esogeni alle imprese – secondo i dati di
Federalimentare – corrono così più dell’inflazione: una tendenza che contraddice le antiche doti
calmieratrici del settore e che si evidenzia anche nei primi mesi del 2024. Nel 2023, a fronte di
un’inflazione media del 5,7%, i prezzi al consumo del comparto si sono attestati al +9,8% e questi
aumenti non riusciranno a coprire l’impennata dei costi di produzione.
Segnali ulteriori di vulnerabilità emergono guardando anche le macro quotazioni internazionali
delle materie prime agricole, che nel decennio 2014 – 2024 sono tutte cresciute a doppia cifra (Fonte
Banca Mondiale).
Elementi che si sommano, secondo Federalimentare, alle tensioni delle importazioni cerealicole che
– anche a causa del conflitto Ucraino – sono ad alto rischio con evidenti conseguenze sulla volatilità
dei prezzi dei prodotti che sono alla base della dieta mediterranea.
Un caso emblematico per esempio è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio
dei costi della materia prima, e quindi l’aumento esponenziale dei prezzi del prodotto finito, ha
costretto un consumatore italiano su 3 ha ridurne il consumo, come ha rilevato una recente ricerca
presentata in occasione del Cibus Lab a Bitonto lo scorso 8 marzo.
“C’è una mutazione negli assetti fieristici e nella loro internazionalizzazione che vanno cavalcati
perché altrimenti rischiamo di restare indietro rispetto agli altri paesi; non è solo questione di dove
possiamo arrivare sfruttando questi mutamenti ma dove rimarremmo se non lo facessimo. Sia un
esempio quanto sta accadendo nel panorama delle piattaforme fieristiche fuori dall’Italia legate al
mondo del vino. Eventi come Cibus sono molto importanti per fare il punto sulla situazione dei
mercati domestici ed internazionali, ma anche l’opportunità, soprattutto per le PMI, per iniziare o
accrescere il proprio percorso di internazionalizzazione, rafforzando la presenza e individuando
nuove opportunità e nuovi mercati”, afferma Matteo Zoppas, Presidente di ICE.
“Le fiere – continua – sono il punto di incontro tra buyer esteri, che arrivano in italia anche grazie
all’Agenzia ICE, e gli imprenditori italiani, soprattutto quelli delle PMI, che hanno la possibilità di
stringere i rapporti e concludere contratti che in alcuni casi potrebbero far raddoppiare il fatturato
in pochi anni. Stiamo assistendo ad una forte accelerazione di tutto il Sistema paese, attraverso
l’intensa collaborazione tra ICE, CDP, Sace e Simest, sotto la guida dei ministeri coinvolti che
anche loro stanno serrando i ranghi, nel sostegno agli imprenditori che vogliono andare
all’estero. Un esempio della capacità di far sistema è senza dubbio l’operazione che ha portato la
pasta italiana nello spazio e che rappresenta un’opportunità promozionale incredibile per la
cucina italiana soprattutto se la colleghiamo alla candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO
promossa dai ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Dobbiamo essere bravi a sfruttare queste attività
di promozione perché la cucina italiana non è solo valore numerico ma ha un ruolo ed un valore
strategico per l’Export italiano nel mondo”, conclude Zoppas.

Esempi che evidenziano nel complesso come l’Industria alimentare nazionale, nonostante sia
strutturalmente “ostaggio” dei trader internazionali per circa un terzo delle materie prime, continua
a competere e a crescere grazie ad una straordinaria flessibilità e creatività che ha consentito ai
consumatori italiani di non impoverire troppo il proprio carrello della spesa e ai distributori
internazionali adattare rapidamente i propri assortimenti per non perdere troppi volumi.
“Il futuro del Made in Italy Alimentare – afferma Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere
di Parma – dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a
tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla
consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente
incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le
principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie
filiere”.

In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di
Parma svilupperà in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo
Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un Monitor per offrire a
imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento
internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di
sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente
aggiornata.
Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta
ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia).
Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni
di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina,
Brasile e Thailandia. L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun
paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei
principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

 Cibus 7-10 maggio 2024 | PARMA

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