Verso la riapertura: cosa si può fare a partire dal 26 aprile


L’Italia si avvia verso la riapertura. Dal 26 aprile al primo luglio, ecco il cronoprogramma del governo per riaprire ristoranti, bar, musei, palestre, cinema e teatri. Le prime coinvolte saranno le scuole e le attività all’aperto. Il premier Draghi: “Rischio ragionato sulla base dei dati”. 


Una scaletta delle riaperture graduale e meditata. L’Italia inizia a vedere la luce in fondo al tunnel del lockdown che da mesi ha sbarrato le porte a ristoranti, hotel, cinema, teatri, musei. L’annuncio del premier Mario Draghi arriva durante la conferenza stampa di venerdì 16 aprile, al termine di una lunga riunione con i partiti.

Si partirà il 26 aprile con l’entrata in vigore del nuovo decreto, che dovrebbe contenere tutte le misure annunciate da Draghi durante la conferenza stampa. Ma il cronoprogramma del governo va ben oltre la data del primo “via libera”. I ministro della Salute Speranza annuncia una “roadmap” in più tappe che vedrà riaprire per prime le scuole al 100% e tutte le attività all’aperto, compresi bar e ristoranti dotati di dehors. Seguiranno le piscine all’aperto, le palestre e le fiere.

Non restano fuori dal decreto di prossima pubblicazione le direttive riguardanti gli spostamenti tra regioni: saranno consentiti senza restrizioni tra le regioni gialle e con apposito “pass” tra regioni di colore diverso.

Si tratta di provvedimenti “di grande contenuto e ampiezza”, sottolinea Draghi, con cui il governo intende rispondere al disagio delle categorie e garantire una maggiore serenità del paese: “Sono le basi per il rilancio dell’economia. Si può guardare al futuro con un prudente ottimismo e con fiducia”, continua il premier.

La linea di governo più morbida si giustifica con i dati confortanti sul contagio e sulla campagna di vaccinazione: mentre la curva epidemiologica scende, aumenta il numero delle dosi di vaccino somministrate, che superano al momento i 14 milioni.

Per chi teme che le riaperture siano soltanto provvisorie, il premier rassicura: “Se i comportamenti sono osservati, la probabilità che si debba tornare indietro è molto bassa.”

Bar e ristoranti

Alla base delle nuove misure del decreto del 26 aprile c’è un dato di evidenza scientifica: nei luoghi chiusi il contagio si propaga molto più velocemente che all’aperto. Ciò è bastato a convincere il governo a porre le attività all’aperto in cima alla lista delle riaperture.

Tra queste ci sono bar e ristoranti, che potranno riprendere ad accogliere i clienti anche a cena, ma soltanto nel dehors. Chi ha in mente di organizzare una cena romantica fuori dovrà stare attento a calcolare bene i tempi, perché al momento il coprifuoco resta fissato alle 22. Saranno ancora vietate inoltre le grandi tavolate: si continuerà a stare a tavola in 4 persone al massimo, distanziati di almeno un metro se non conviventi.

Per poter consumare un pasto al chiuso bisognerà pazientare fino al primo giugno.

Cinema, teatri, concerti, musei

Tra le attività economiche che potranno ripartire il 26 aprile c’è il settore dello spettacolo, il più colpito dalla crisi del Covid-19. Cinema, teatri, sale da concerto e musei potranno finalmente riaprire i battenti nelle zone gialle anche al chiuso, al 50% della capienza. Il Cts ha accolto la proposta del ministro della Cultura Dario Franceschini di aumentare da 200 a 500 gli spettatori ammessi nelle sale al chiuso e da 400 a 1.000 gli spettatori all’aperto. Anche nelle regioni rosse e arancioni si potrà tornare ad assistere a spettacoli ed eventi culturali, ma solo all’aperto. Il tutto nel rispetto delle misure di sicurezza previste dai protocolli.

Sport

Con il ritorno del bel tempo si potrà tornare anche a fare sport all’aria aperta. Dal 26 aprile nelle zone gialle saranno consentite le attività sportive all’aperto, comprese il calcetto, il basket e la pallavolo, finora bandite dal Cts in quanto sport da contatto. Il 15 maggio riapriranno piscine e terme all’aperto, mentre bisognerà attendere il primo giugno per tornare ad allenarsi nelle palestre e nelle piscine al chiuso.

Spostamenti tra regioni

Al bando le autocertificazioni “per motivi di lavoro, necessità e salute”. Dal 26 aprile si potrà tornare anche a spostarsi tra le regioni con più libertà. I dettagli sono ancora al vaglio del Cts, a cui il governo ha chiesto un parere. L’ipotesi al momento è quella di consentire gli spostamenti tra le regioni gialle e di prevedere uno speciale “pass” per chi vorrà spostarsi tra regioni i colore diverso. In cosa consisterà questo pass, è ancora da definire. Potrebbe trattarsi di un’app con codice QR sul modello di quella israeliana. Oppure, per aggirare il problema dei tempi di attivazione dell’app, basterà una certificazione che attesti una delle tre condizioni necessarie per gli spostamenti: vaccinazione, test negativo o guarigione dal Covid.

L‘ultima parola spetterà al Consiglio dei ministri, che nei prossimi giorni si riunirà per varare il decreto con le nuove regole e il ritorno delle zone gialle.

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