Giorni della Merla e Candelora. Siamo fuori dall’inverno?

Madonna della Candelora
dell’inverno sèmo fòra
ma se piove o tira vento,
de l’inverno semo ancora dentro.

 

Le condizioni meteo dell’ultima di gennaio nella cultura popolare hanno sempre destato particolare interesse, soprattutto la Candelora, importante per stabilire se l’inverno è ormai alle spalle.

Per tradizione il 29, il 30 e il 31 gennaio sono i giorni più freddi dell’anno, si tratta dei cosiddetti Giorni della Merla. Ma perché hanno questo curioso nome?

Secondo un’antica leggenda questo volatile, ormai inurbato, in origine sfoggiava un piumaggio candido come la neve e ne andava fiero, non mancando di pavoneggiarsi a ogni occasione. Gennaio regalava i suoi ultimi giorni soffusi d’un tepore primaverile e il merlo lo sbeffeggiava a cinguettii sarcastici per il fatto che l’inverno stava finendo senza che ci fosse stato il grande gelo.

Gennaio, allora, si arrabbiò e decise di raggelare tutto per tre giorni, ma ne disponeva soltanto di due per cui andò in prestito di uno da febbraio. Scese il gran gelo, il merlo bianco non trovò di meglio che rifugiarsi in un camino e dopo i tre fatidici giorni, se ne uscì tutto nero, colore che gli rimase impresso per sempre. La vendetta di gennaio fu feroce, lasciando un segno permanente sul volatile e su tutti i suoi successori.

Quest’anno i Giorni della Merla sono sono stati particolarmente caldi, del resto lo è stato tutto il mese gennaio, tanto è che sono fioriti in largo anticipo i mandorli, come riporta Coldiretti.

E la Candelora? Quest’ultima, invece, è una festa religiosa che celebra la presentazione di Gesù al Tempio. Si festeggia ogni 2 febbraio con la benedizione delle candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”. fu per portare luce alle genti che l’anziano Simeone, come vuole Vangelo, chiamò Gesù durante l’episodio della presentazione al tempio, prescritta per i primogeniti maschi dalla legge giudaica. 

La Candelora è anche chiamata festa della Purificazione di Maria perché cade 40 giorni dopo il 25 dicembre e secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio. Per questo motivo si doveva recare  al Tempio per purificarsi.

Vari sono i detti legati alla Candelora, che come per i Giorni della Merla, cambiano di regione in regione; ad esempio a Trieste si suol dire: “Candelora piova e Bora, del’inverno semo fora; Candelora sol e vento del’inverno semo dentro!”, mentre la versione romagnola recita : ”Se piôv par Zariôla quaranta dè l’inveran in z’arnôva”, ovvero “Se piove per la Candelora si rinnovano quaranta giorni d’inverno”.

In Francia, invece, si festeggia la Candelora preparando un piatto classico della gastronomia d’oltralpe, le crepes.

Queste gustosissime cialde, ottime sia salate che dolci, secondo una leggenda che le fa risalire al V secolo, vennero realizzate la prima volta quando Papa Gelasio sfamò alcuni pellegrini francesi stanchi ed affamati, giunti a Roma per la festa della Candelora, ordinando che dalle cucine vaticane si portassero ingenti quantitativi di uova e farina, con cui sarebbero state create le prime rudimentali crepes che poi divennero una dei piatti della tradizione culinaria francese.

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