Al Museo Egizio una TAC mobile per uno studio internazionale sulle mummie animali

Da oggi fino al 17 dicembre oltre 130 mummie di animali saranno analizzate in loco con tecnologia “thin slice” che aumenta enormemente la velocità di esecuzione e la qualità delle immagini.

In un passato non tanto remoto, il contenuto delle mummie si scopriva soltanto in un modo:  

togliendo le bende, sezionando e scavando al loro interno, trascurando l’aspetto della conservazione dei reperti.

Oggi possiamo, invece, spiare all’interno di sarcofagi e manufatti senza danneggiarli, e con scansioni ai raggi X e risonanze, per acquisire nuovi elementi di studio sul loro contenuto.

La Città di Torino ha mostrato grande attenzione nell’autorizzare l’occupazione di un’area di Via Accademia delle Scienze proprio nel periodo natalizio e ha reso possibile un importante progetto internazionale.

Da oggi fino al 17 dicembre oltre 130 mummie di animali appartenenti alla collezione del Museo Egizio saranno analizzate attraverso un tomografo mobile messo a disposizione da FORA, azienda nata nel 1974 in ambito medicale e poi evolutasi nel campo della tecnologia applicata in ambito sanitario

In poco più di un minuto, il tempo necessario alla TAC per eseguire la scansione completa del reperto e realizzarne un’immagine digitale 3D, si potrà conoscere in maniera più approfondita la mummia e il suo stato conservativo dando il via a nuovi studi medici e antropologici.

La Tac, che sfrutta  le radiazioni ionizzanti per ottenere immagini dettagliate dell’organismo, verrà eseguita sull’intero corpo della mummia e i risultati potrebbero mettere in risalto elementi importanti sui riti, le eventuali patologie e la causa di morte dell’animale.

Nello specifico, verranno esaminati:

  • cani
  • gatti
  • ibis e coccodrilli
  • pesci
  • serpenti
  • falchi

e altre specie per capire anche il valore che questi avevano nell’antico Egitto.

Infatti, sono numerose le divinità egizie che assumono sembianze animali, ad esempio:

la dea Bastet si incarna nel gatto, il dio Api nel toro o il dio Sobek nel coccodrillo.

Altri animali servivano, invece, come ex voto, cioè offerte che i pellegrini portavano ai sacerdoti dei templi come omaggio alla divinità, altri ancora venivano mummificati perché continuassero a tenere compagnia al defunto nel suo viaggio verso l’aldilà.

Dall’essiccazione, all’eviscerazione, all’imbalsamazione vera e propria, grazie a questi preziosi esami si potranno quindi studiare e conoscere sempre meglio anche le tecniche di preservazione dei corpi, che potevano cambiare a seconda dell’animale trattato e dell’imbalsamatore che le eseguiva.

 

Fonti: Museo Egizio

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