Non è giusto che una donna legga. Le vengono in testa strane idee, e comincia a pensare.
Gaston
La bella e la bestia di Bill Condon è nelle sale italiane da giovedì 16 marzo, e in appena due giorni ha sfiorato i due milioni di spettatori.
Tra il cast stellare – Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Ian McKellen – e le musiche di Alan Menken, già autore della colonna sonora del cartone animato del 1991, il nuovo live-action firmato Disney si annunciava un successo prima ancora della sua uscita nei cinema.
Ma non solo, La bella e la bestia fa innamorare anche per la sua ambientazione: la production designer Sarah Greenwood ha creato per il pubblico una storia contestualizzata in un periodo storico preciso – la Francia della seconda metà del XVIII secolo – basandosi sull’atmosfera e i colori del film d’animazione che tutti abbiamo nel cuore.
Più di 1000 persone hanno lavorato 24 ore su 24 per costruire e decorare i monumentali set, regalando al film un’incredibile quantità di opere artigianali:
Il paesino – immaginario – di Villeneuve, in cui vivono Belle e suo padre, è stato costruito nell’area esterna degli Shepperton: si trattava del set più grande del film con i suoi 2674 m². L’ispirazione è arrivata dal villaggio di Conque, nel sud della Francia.
Il set – una curiosità: il nome del piccolo paese è ispirato all’autrice della fiaba originale, Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve – comprendeva la casa di Belle, una scuola, un negozio di vestiti, una taverna, una chiesa e la piazza del villaggio.
Per quanto riguarda il castello del principe trasformato in bestia: gli scenografi hanno trascorso diversi mesi a studiare l’architettura e il design d’interni del XVIII secolo.
La scelta è ricaduta su una combinazione di vari stili architettonici, di cui fonte d’ispirazione principale è il Rococò francese, tipico della prima metà del 1700, che incarna lo stile di diversi gioielli architettonici dell’epoca, come ad esempio la reggia di Versailles.
Ogni sala del castello è stata curata nel minimo dettaglio e ha una storia tutta sua:
- La sala da ballo del castello è una scenografia davvero d’effetto.
Il pavimento è stato realizzato con 1114 m² di finto marmo e il suo design è ispirato a un motivo presente sul soffitto dell’abbazia benedettina di Braunau, in Germania.
Sul modello di alcuni lampadari di Versailles, sono stati creati dieci capolavori in vetro, accesi con delle candele e ricoperti di tessuto.
- La stanza da letto di Belle è la camera dei sogni di ogni bambina: elegante e accogliente.
- L’ala ovest, il luogo in cui la bestia si ritira in totale solitudine, è l’ambientazione che più rimanda al passato oscuro del principe, nonchè epicentro dell’incantesimo.
Non c’è da stupirsi che il suo design rispecchi gli aspetti più sinistri del barocco italiano.
- La biblioteca del castello sfoggia uno stile che ricorda quello di una celebre biblioteca che si trova in Portogallo. Una scenografia importante per una delle scene topiche della favola: l’amore che unisce i due protagonisti per la cultura.
Le migliaia di libri sono state create appositamente per il film.
Un’ambientazione da sogno, dunque, per una favola il cui topos ha origini antichissime: il tema della fanciulla che si innamora di un essere bestiale trova le sue radici nell’antichità classica – “Le Metamorfosi” di Apuleio – per arrivare alle fine del 1700 con le prime versioni di questa fiaba, passando per la commedia shakespeariana.
Eppure, a distanza di così tanti anni, la storia continua ad affascinare: il box office parla chiaro.
Una fiaba che è una grande metafora dei pregi e dei difetti umani, e che va ben al di là dell’omnia vincit amor.
La bestialità del principe, che si trincera in una nube di rabbia e solitudine perchè incapace di perdonarsi e amarsi di nuovo, è la depressione di chi fa prevalere il male sul bene – dal momento che l’essere umano è fatto dalla combinazione di questi due elementi.
L‘arroganza e la stupidità di Gaston, sono due effetti nefasti della sindrome di Narciso: l’amore per se stessi – se eccessivo – porta alla cecità dell’anima, all’incapacità di osservare, capire, e amare i propri simili.
La violenza e la volubilità degli abitanti del villaggio, sono conseguenze dell’ignoranza e della diffidenza che la mancanza di sapere provoca nell’uomo: il diverso fa paura, quindi nella migliore delle ipotesi lo si emargina, nella peggiore lo si attacca.
E poi arriva Belle: lei che legge, riflette, si informa, si mette in gioco, è l’unica a vincere la sua paura – perchè scevra da pregiudizi.
Ed è proprio la cultura – acquisita libro dopo libro, nonostante le critiche degli abitanti del paesino – che le permette di trasformare la sua naturale diffidenza prima in curiosità, e poi in amore.
TgTourism ringrazia The Walt Disney Company Italia per la gentile concessione delle immagini e dei video.
Info: disney.com
Potrebbe interessarti:
La Bella e la Bestia, personaggi più reali conditi da incantesimi |
|
La Bella e la Bestia. 10 curiosità che ancora nessuno vi ha detto |
|
La La Land, i luoghi del film nella Città degli Angeli |
Riproduzione riservata.