Contraffazione del made in Italy nel mondo, Lopa: farsi interprete e portavoce dei valori distintivi della nostra Nazione


Quali rimedi per ridimensionare il fenomeno di contraffazione del made in Italy nel mondo?


Il settore alimentare è capace di offrire al consumatore prodotti competitivi e garantiti in termini di sicurezza, gusto e qualità, rispondendo alle esigenze del mercato in continua evoluzione e sperimentando con successo, nel rispetto della tradizione, le tecnologie più avanzate. Purtroppo si rilevano sempre illeciti di una certa complessità che riguardano principalmente prodotti di qualità che, per la loro rilevanza economica, sono sempre più interessati da fenomeni di imitazione e contraffazione.

“In sede di negoziato con il Wto dobbiamo cercare di ottenere regole più certe per difendere i diritti dei consumatori rispetto alle contraffazioni, all’agropirateria, al tentativo di contraffare prodotti agroalimentari, alcolici e vini, della nostra Nazione. Sarebbe opportuno promuovere e coordinare l’attività di definizione di criteri uniformi di valutazione del rischio alimentare, proponendo metodi di pianificazione dei programmi di monitoraggio e sorveglianza per il controllo della sicurezza dei prodotti agroalimentari e di verifica della corretta applicazione della normativa relativa alla sicurezza alimentare alle biotecnologie, contro ogni forma di contraffazione dei nostri prodotti alimentari. C’è la necessita di valorizzare i prodotti della filiera agroalimentare realmente italiani sul mercato globale, contrastando l’Italian Sounding. Questo vuol dire in primo luogo farsi interprete portavoce dei valori chiave: qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari, affidabilità dell’intera filiera agroalimentare, trasparenza nei processi produttivi e nella comunicazione, capacità imprenditoriali d’eccellenza.”- così ha dichiarato il Portavoce della Consulta Nazionale dell’Agricoltura Rosario Lopa, partecipando al convegno organizzato dal Consorzio Suggestioni Campane Promotion presieduto da Luigi Carfora.

 

 

Fonte: Consulta nazionale agricoltura

 

 

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