La Resistenza ha inizio dallo sguardo. Gli occhi dei ribelli negli scatti di Danilo De Marco

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Udine, 19 aprile. A un anno dalla mostra Defigurazione. I tuoi occhi per vedermi, il fotoreporter Danilo De Marco torna a catturare gli sguardi dell’umanità che lo circonda. Questa volta in mostra sono gli occhi dei ribelli, lo scopo: costruire una memoria collettiva della Resistenza. Perché “resistere significa esistere”.


Più di dieci anni di lavoro e di ricerca, un migliaio di incontri e altrettanti ritratti fotografici. Sono queste le tessere con cui Danilo De Marco intende costruire il mosaico della Resistenza di tutta Europa, nella mostra fotografica “Negli occhi dei ribelli” che il 16 aprile occuperà lo spazio espositivo MAKE a Udine. Partendo dalla riflessione sul concetto stesso di “resistenza”: “Resistere a chi e a che cosa? Chi dà nome a ciò che le persone scelgono di essere, quando rifiutano il conformismo e lo stato di fatto (partigiani o banditi, resistenti o terroristi, patrioti o criminali)? Chi definisce dove sta il confine?”.

La risposta è lasciata agli sguardi dei “ribelli” immortalati nei suoi scatti. Venti grandi foto (110x130cm) affiancate e completate da un video, di Andrea Trangoni e Paolo Comuzzi, che omaggia la vita partigiana: le parole del video sono tratte dai diari inediti di Sergio Cocetta, il partigiano Cid. Conclude il video un breve testo finale scritto e letto da Erri De Luca.

Il tema dello sguardo è una costante nel lavoro di De Marco. La mostra Defigurazione. I tuoi occhi per vedermi, di marzo 2018, esponeva i ritratti degli sguardi che il fotografo errante aveva raccolto in trent’anni di peregrinazioni in giro per il mondo. A un anno da quella grande retrospettiva, De Marco mette in mostra gli occhi dei ribelli, in una data che non a caso è a ridosso della Festa della Liberazione.

Ma non si tratta solo di un omaggio alla Resistenza partigiana. Per De Marco “Resistere significa esistere”. La mostra celebra perciò ogni forma di resistenza quotidiana che uomini e donne di ogni tempo hanno avuto il coraggio di alimentare: “contro la sopraffazione, contro l’ingiustizia, contro la rapina della libertà e della dignità”.

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