Viaggio tra i templi d’Oriente dalla Cambogia alla Cina


Voglia di viaggiare oltreoceano? Ecco i 10 luoghi di culto più spettacolari d’Oriente


Sorprendenti e ricchi di fascino i templi induisti, buddisti o taoisti che ricoprono città, montagne e foreste dei Paesi orientali racchiudono tanta bellezza artistica e secoli di storia e di tradizioni. Sono tantissimi, soprattutto in India che ospita il numero maggiore di luoghi scari, alcuni dei quali recentissimi e di grande bellezza. Ecco alcuni templi d’Oriente, tra i più spettacolari e suggestivi che meritano il viaggio.

Angkor Wat  
E’ il tempio meglio conservato della Cambogia e rappresenta uno dei punti più alti dello stile classico dell’architettura Khmer: Angkor Wat, patrimonio dell’umanità, sorge a 5 chilometri a nord dell’odierna città di Siem Reap, all’interno di un gigantesco fossato a forma di rettangolo che simboleggia il monte Meru, la montagna degli déi per gli induisti. Conosciuta come il “tempio della città”, Angkor ospita in un sito archeologico di 400 chilometri quadrati numerosi templi di montagna costruiti nel XII secolo: originariamente concepiti come templi indù, oggi sono importanti luoghi di culto della religione buddista. Il tempio di Angkor Wat, il più grande monumento religioso nel mondo, è riccamente decorato con bassorilievi che raffigurano scene epiche di grandi dimensioni, e con cinque torri che sembrano grandi pigne di pietra scura. A differenza di molti templi del sito, è orientato verso ovest perché si trattava di un mausoleo, un luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. Il tempio è una perfetta combinazione tra il luogo di culto dell’impero e una serie architettonica di gallerie concentriche, dove le torri centrali rappresentano i picchi della montagna, mentre le mura e il fossato simboleggiano la natura che circonda il tempio.

Tīan Tán
E’ il “tempio del cielo”, un edificio taoista patrimonio Unesco dal 1998, conosciuto anche come il “tempio del paradiso” per il colore blu dei tetti. Sorge nella zona sudest di Pechino ed è il più grande dei luoghi sacri che si trovano nella capitale cinese: costruito intorno al 1420 d.C., nello stesso periodo della “Città proibita, veniva usato dall’imperatore per il culto al cielo (Tian), la divinità principale della religione tradizionale cinese. A ogni solstizio d’inverno, infatti, l’imperatore si ritirava in questo luogo sacro per fare offerte al cielo e pregare per un buon raccolto. Il tempio fa parte di un grande complesso sacro, ospitato in un enorme parco dove si trovano altre costruzioni tra cui l’altare del cielo, il cortile della musica sacra e le stalle degli animali sacrificali. Mentre i tetti di questi edifici sono ricoperti da tegole di maiolica gialla, simbolo del potere imperiale, per il tempio del cielo, riccamente decorato da abili artisti e artigiani, sono state utilizzate tegole color blu. La disposizione della struttura del tempio, al centro dell’universo tra il cielo e la terra, riflette le leggi cosmiche e mistiche dell’antica Cina; anche la numerologia è importante: il numero più frequente è il 9, potente cifra di longevità come dimostrano le lastre dell’altare circolare che sono state disposte in multipli di 9. Aperto al pubblico solo dal 1918, si raggiunge in metropolitana, linea 5, fino alla fermata Tiantan dongmen e si visita in circa due ore. Sin dalle prime ore del mattino nel parco del tempio si riuniscono numerose persone per praticare il Tai Qi o per giocare a mahjong.

Shwedagon Pagoda 
E’ uno spettacolare tempio di Yangon, in Myanmar, con un trionfo di guglie, statue del Buddha, piccoli templi e uno stupa, cupola ricoperta d’oro e incastonata di diamanti e pietre preziose, che svetta a 98 metri d’altezza e domina il profilo della città. Al tramonto si accende di rosa e rende il luogo ancor più suggestivo. Situato sulla collina di Singuttara, il tempio buddista è visibile un po’ dappertutto a Yangon; al suo interno, oltre alle reliquie del Buddha storico, sono custoditi il filtro d’acqua di Konagamana, un pezzo dell’abito di Kassapa e il sostegno di Kakusandha, tre dei sette Buddha del passato. E’ uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più frequentati dai fedeli in Oriente ed è un punto di riferimento spirituale per tutti i birmani: unirsi a loro in preghiera tra incensi e meditazioni è un’esperienza unica al mondo. Qui, tra l’altro, nel 1998 l’attivista Aung San Suu Kyi radunò oltre un milione di persone per opporsi al regime e, sempre da qui, nel 2007 ebbe inizio il movimento anti-regime organizzato dai monaci buddhisti.

Santuario di Itsukushima
Sorge in Giappone, sull’isola sacra di Miyajima dove, secondo la leggenda, dimorano gli déi. Il santuario di tradizione shintoista è antichissimo e ben conservato e l’Unesco l’ha inserito tra i beni dell’umanità. E’ un luogo unico nel suo genere, un santuario interamente realizzato sull’acqua costituito da diversi edifici, collegati tra loro da passerelle. Fanno parte del tempio una sala di preghiera, una sala principale e un teatro noh, che durante l’alta marea sembra galleggiare sull’acqua. L’attrazione più famosa di tutto il complesso è la porta d’entrata, il “tori rosso”, che emerge dall’acque all’ingresso della baia di Miyajima. Nonostante un portale esistesse già nel XII secolo, l’attuale cancello risale al 1875 ed è stato realizzato seguendo lo stile Ryōbu Shintō, una scuola esoterica medievale giapponese associata alla setta Shingon. Quando c’è la bassa marea i turisti vi passeggiano attorno e, secondo un’usanza assai comune, inseriscono le monete nelle sue fessure come gesto benaugurante. Per molto tempo l’isola giapponese è stata chiusa ai visitatori, ma negli ultimi anni è stata riaperta ai fedeli e ai turisti ma non, come vuole la tradizione, alle persone malate e alle mamme in dolce attesa per preservarne l’armonia spirituale: sull’isola sacra, infatti, non si può né nascere né morire. Il momento migliore per visitare il santuario è al tramonto, con la luce che crea una suggestiva atmosfera mistica; oppure arrivarvi in barca ma solo quando c’è l’alta marea; chi vi arriva a piedi deve invece aspettare che le acque del mare interno di Seto si ritirino.

Borobudur
E’ il tempio buddista più visitato dell’Indonesia: sorge a Mahāyāna, nel cuore dell’isola di Giava, dove poggia su un milione e 600mila colossali blocchi di pietra che creano tanti piani con pareti ricoperte da 2.672 bassorilievi. Su ogni piano del tempio le storie incise raccontano la vita di Buddha e guidano il fedele e il turista in un viaggio verso l’alto, che culmina nel piano del Nirvana. Costruito tra il 750 e l’830 d.C. su un luogo sacro per la popolazione, alla confluenza dei fiumi Gange e Yumna, il tempio ha una valenza altamente simbolica: i piani o le terrazze sono 10 e corrispondono alle diverse fasi del cammino spirituale verso la perfezione, divise in tre gruppi, i tre regni del saṃsāra. L’intero cammino è caratterizzato dalla presenza costante e ripetuta di nicchie contenenti statue del Buddha, 504 monumenti uno diverso dall’altro. Ora patrimonio dell’umanità, il monumento sacro è stato più volte distrutto da terremoti e restaurato dopo l’ultimo ritrovamento nell’Ottocento.

Pura Tanah Lot
Dall’isola di Giava a quella di Bali, sempre in Indonesia: il tempio Pura Tanah Lot, costruito nel XVI secolo da uno degli ultimi sacerdoti indù venuti da Giava e dedicato alla divinità del mare (Lot), sorge su un grande scoglio in mezzo al mare, al largo del villaggio costiero di Beraban, sulla costa occidentale a nord di Kuta. Tante sono le leggende legate al tempio tra cui la credenza che sotto Tanah Lot esista una grotta con una sorgente magica d’acqua dolce. Lo si raggiunge quando c’è la bassa marea, camminando su una passerella di terra o attraversando la spiaggia a piedi; durante l’alta marea, invece, vi arrivano solo le barche. Negli anni Ottanta è stato rinnovato per far fronte al sempre più alto numero di turisti che ogni anno visitano questo luogo sacro: è infatti il tempio più famoso e fotografato di Bali, sempre affollatissimo, con scorci mozzafiato e le onde che si infrangono sulle rocce. Kuta e Ubud, entrambe a una quarantina di chilometri, sono un perfetto punto di partenza per visitare il tempio; meglio arrivarci nelle prime ore del mattino per evitare la folla, oppure al tramonto quando l’atmosfera è davvero magica.

Meenakshi Amman Temple
In India, crogiuolo di religioni e terra dei templi più belli e frequentati dai fedeli, la città Madurai si trova a 470 chilometri a sud di Madras, nel cuore del Tamil Nadu; qui, nella più antica città del sud dell’India e culla della cultura dravidica, sorge il Meenakshi Amman Temple o tempio di Sundareswarar, dedicato a Parvati e al suo consorte Shiva, qui chiamato Sundareswarar. Progettato nel 1560, è un grande luogo sacro induista, caratterizzato dalle gopuram che dominano il paesaggio circostante; sulle torri piramidali del tempio si stima ci siano 33 milioni di incisioni. Servirebbero giorni per visitare bene il tempio e conoscerne tutte le storie e le leggende: all’interno si succedono sale riccamente decorate con colonne e statue tra giochi di luce del sole che filtra dal soffitto. Tra le sale più belle meritano una visita la “sala delle otto dee”, che sono le otto manifestazioni di Shakti, l’energia femminile e il potere femminile di Shiva con la statua di Murugan e di Ganesh; e la “sala delle mille colonne” con migliaia di pilastri, uno diverso dall’altro. Ogni sera, dalle 19, si può assistere alla cerimonia dei sacerdoti induisti che cantano alle divinità e portano in processione le scarpe d’argento di Shiva nella sala da letto di Minakshi.

Swaminarayan Akshardham Temple
E’ recente ed è un tempio sorprendentemente bello: costruito nel 2005 a New Dehli, è uno dei maggiori templi indù del mondo. L’enorme tempio di Akshardham, che significa “casa del dio supremo”, è stato decorato con nove cupole e colonne scolpite; tra gli ornamenti spiccano gli elefanti in pietra e le statue raffiguranti le divinità e le personalità della storia indiana. Realizzato in pietra rosa e marmo bianco, materiali che simboleggiano la purezza e la pace, il tempio è alto 43 metri e largo 108.

Grotte di Batu
A Selangor nei dintorni di Kuala Lumpur, in Malesia, le grotte di Batu sono destinazioni turistiche e religiose molto suggestive e frequentate: all’interno di immense cavità carsiche, scoperte per caso nel 1860 da alcuni contadini, sorge uno dei più popolari santuari indù fuori dall’India, consacrato a Karttikeya, a cui è dedicata una grande statua all’ingresso. A partire dal 1892, le grotte divennero il fulcro delle celebrazioni tamil: ogni anno viene celebrato il Thaipusam, rito per Murugan, dio della guerra, che attira devoti da tutta la Malesia, persino dall’India, e turisti da tutto il mondo. Il tempio non è antico ma offre un’atmosfera spirituale e scenografica soprattutto perché inserito in una grotta che ne amplifica l’aurea mistica. Con il passare degli anni è aumentato il numero dei templi collocati al di fuori delle grotte: edifici, cappelle e statue hanno trasformato il sito in un grande complesso religioso che ospita anche un museo con dipinti sulla storia mitologica di Murugan e della sua battaglia contro il demoniaco Surapdamā. Per raggiungere il tempio bisogna salire 272 scalini, spesso occupati da scimmie dispettose; alla base della scalinata nel 2006 è stata edificata un’imponente statua dorata del dio Murugan, la più alta del mondo. Tutti i templi sono visitabili anche dai non devoti, che li raggiungono con autobus, taxi e in treno dal centro di Kuala Lumpur.

Wat Rong Khun
Realizzato nel 1997 in gesso bianco e specchietti che riflettono il sole, il tempio buddista di Chiang Rai, in Thailandia, è un edificio recente e spettacolare, unico nel suo genere: è un insieme di antichi concetti religiosi elaborati in chiave moderna che culminano in un edificio completamente bianco, scelta molto criticata dalla popolazione locale che invece era abituata a stili architettonici basati su colori forti e sgargianti. Il bianco però rappresenta la purezza del Buddha, così come tutte le sculture e le strutture del tempio hanno un significato simbolico: il ponte che conduce all’ingresso, per esempio, con le mani supplicanti di anime in pena mentre sprofondano negli inferi raffigura il passaggio dal mondo delle tentazioni al regno del Buddha e quindi al Nirvana. Tra le decorazioni ci sono vecchie creature raccapriccianti che rappresentano la transitorietà della vita, e le statue di Yama e Rahu, rispettivamente dio della morte e dell’oscurità, che hanno il compito di intimorire gli uomini e di decidere del loro destino. L’interno è decorato da insospettabili affreschi, enormi murales che rappresentano scene apocalittiche del mondo moderno, tra cui la caduta delle torri gemelle di New York, e immagini dallo spazio con protagonisti alcuni dei personaggi più famosi dei film e dei cartoni animati, come Spiderman e Kung Fu Panda. Il tempio è situato a circa 15 chilometri a sudovest dal centro della città, poco distante dalla Highway 1, quindi facilmente raggiungibile.

Fonte Ansa

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