Sulle tracce di Dante Alighieri in Piemonte


Un itinerario alla scoperta dei luoghi e dei personaggi legati al Piemonte che compaiono nella Divina Commedia di Dante Alighieri.


Al tempo di Dante Alighieri, il nome “Piemonte” designava l’area compresa tra il Tanaro e le Alpi Cozie. Solo nel XV secolo, con i Duchi di Savoia, i confini geografici diventano quelli attuali. Eppure è chiaro che il Sommo Poeta fosse a conoscenza di questo lembo di Pianura Padana, come rivelano i numerosi riferimenti a luoghi e personaggi legati al Piemonte che compaiono nella Divina Commedia.

A 700 anni dalla morte del poeta nasce un itinerario che ripercorre le sue tracce, dal Cuneese fino al Monferrato Alessandrino, con passaggi nel Casalese fino al Novarese, al Biellese e al Vercellese.

Il Cuneese

Il primo luogo in terra piemontese citato da Dante Alighieri è il Monviso, che nell’Inferno (canto XVI) è detto «quel fiume c’ha proprio cammino / prima dal Monte Viso ’nver’ levante / da la sinistra costa d’Apennino». Dal monte simbolo delle Alpi piemontesi nasce il fiume Po, come Dante rammenta nel Paradiso (VI): «Esso atterrò l’orgoglio de li Aràbi / che di retro ad Annibale passaro / l’alpestre rocce, Po, di che tu labi».

Dal “Re di pietra”, che domina le Valli Occitane del Cuneese, si diparte un gran numero di itinerari da percorrere a piedi, in auto o in bicicletta per conoscere tradizioni e mestieri secolari di quest’area transfrontaliera. Come l’Ecomuseo dei lavoratori della canapa (“La vio del charbu”) e quello dedicato ai sellai (“Sentiero dei Bastai e Sellai”), bottai ed acciugai. Si tratta di storiche figure di viandanti che, nella stagione fredda, vendevano nelle cascine il carico di acciughe sotto sale acquistate nei porti liguri, ingrediente della tipica bagna cauda piemontese.

Qui, dalla Val Maira, si snodano i Percorsi Occitani: 177 km di trekking in 14 tappe attraverso una biodiversità tra le più variegate e selvagge dell’intero arco alpino. Cuneo e le sue valli sono il palcoscenico di Amor mi mosse. Dante in cammino tra Cuneo e le Alpi, il programma di eventi che, per tutto il 2021, proporrà letture, dialoghi tra autori, visite guidate e molto altro sul tema. 

Il Gran Marchese di Monferrato

La fortezza esagonale della Cittadella, eretta sulla sponda sinistra del Tanaro, è il simbolo di Alessandria, fondata nel 1168. Sono legate a questa terra le parole del Sommo Poeta dedicate a Guglielmo VII di Monferrato (Purgatorio, VII), il potente Gran Marchese «per cui e Alessandria e la sua guerra fa pianger Monferrato e Canavese» che, catturato dagli Alessandrini, morì in prigionia nel 1292. 

Dell’epoca medievale oggi il tessuto urbano conserva la Chiesa di Santa Maria di Castello e la Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Marco, con le statue dei santi patroni delle 24 città della Lega Lombarda, mentre nel Museo Civico gli affreschi ispirati alle imprese di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda sono tra le più antiche testimonianze di “camera Lanzaloti” preservate. Ma è ricco anche il patrimonio settecentesco della città, di cui sono esempi molti edifici del centro storico, a iniziare da Palazzo Ghilini.

In Alto Monferrato, tra Acquese e Ovadese, si arriva al maniero di Orsara Bormida, appartenuto ai Marchesi di Malaspina, celebrati da Dante nel Purgatorio (VIII) per la signorile ospitalità offertagli dalla nobile famiglia nei possedimenti in Lunigiana all’epoca dell’esilio, nel 1306.

 

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Vercelli

…lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina 

      (Inferno, XXVIII)

Percorrendo il tratto della Via Francigena che attraversa la pianura si raggiunge Vercelli, città che in epoca medievale rivestì un ruolo politico e culturale di primaria importanza europea. Dante la menziona come un centro potenzialmente ribelle all’imperatore Enrico VII nella lotta tra guelfi e ghibellini. 

Novarese e Biellese

Da Vercelli l’itinerario dantesco si snoda nel Novarese. Da Ghemme (città del vino e del miele) a Sizzano e Fara, toccando Recetto (con il castello e la cinta muraria del XIII secolo) e l’abbazia fortificata dei Santi Nazario e Celso a San Nazzaro Sesia (XI secolo), importante tappa sul cammino dei pellegrini diretti a Roma.

Si scorge da qui Novara, patria dell’”eretico” Frà Dolcino, del quale nell’Inferno (XXVIII) Maometto profetizza a Dante la triste capitolazione nell’Inferno. Tracce di Frà Dolcino sono anche nel Biellese, dove si concluse la sua fuga con gli Apostoli, catturati dalle forze papali in Valsessera

 

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Fonte: Turismo Piemonte

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